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La metamorfosi di Schick, da cigno in Nazionale ad anatroccolo a RomaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
domenica 9 giugno 2019, 07:00Serie A
di Dario Marchetti

La metamorfosi di Schick, da cigno in Nazionale ad anatroccolo a Roma

Si chiama Patrik Schick, si legge “acquisto più oneroso della storia della Roma” e forse anche questo ha inciso sul rendimento del centravanti nei due anni a Trigoria. Quarantadue milioni di euro spesi da Manchi nell’estate del 2017, mai il club giallorosso si era spinto tanto in la. I frutti, però, non sono stati ancora raccolti e chissà se a beneficiarne un giorno sarà la stessa società di Piazzale Dino Viola.

METAMORFOSI - Una cosa è certa: lo Schick visto negli ultimi due anni in Nazionale è un lontano parente di quello ammirato all’Olimpico. Con la Roma ha disputato, tra coppe e campionato, 58 partite, segnando in totale 8 gol per una media di una rete ogni sette gare. Poi c’è il rendimento con la Repubblica Ceca e la metamorfosi è quasi kafkiana. Nelle ultime due stagioni ha disputato 12 match e per sei volte si è registrato al tabellino dei marcatori. Insomma, un gol ogni due partite. Ritmo ben diverso da quello avuto nella Capitale. Numeri certificati anche dalla doppietta nell’ultima partita con la Bulgaria valida per la qualificazione ai prossimi Europei.


MOTIVI - Le ragioni dietro questa doppia velocità possono essere tante, ma Schick, nel dopo gara con la Bulgaria, è stato chiaro: “Qui abbiamo uno stile diverso di gioco, sono più nel vivo, ho più palloni giocabili. Soprattutto ho delle opportunità, che sono la differenza principale”. Il problema tattico è reale: nella Repubblica Ceca giocano per lui, mentre a Roma è stato il calciatore a doversi adattare prima come esterno destro e poi come seconda punta. Da non sottovalutare il fattore “fiducia”. Delle ultime 12 in Nazionale, dieci sono le gare in cui è partito titolare, mentre in giallorosso quasi mai è stato una prima scelta. Tutte motivazioni valide, ma che mettono a nudo la fragilità psicologica del giocatore che in questi anni si è affidato anche a un mental coach personale senza ottenere i risultati sperati.

FUTURO - Ora il paradiso della Nazionale sta per finire, Schick attende le vacanze per poi fare ritorno nella Capitale. Un mese, o forse qualcosa di più, per capire se Fonseca punterà o meno su di lui. Il suo contratto (la Roma a febbraio 2020 dovrà garantire alla Sampdoria 20 milioni) impone, almeno per adesso, una cessione solo in prestito. “Non so se resterò” ha detto qualche giorno fa dal ritiro della Repubblica Ceca. Dichiarazioni in controtendenza con quelle del suo agente rilasciate il 3 maggio scorso: “Rimarrà a Roma”. Intanto il Milan ci sta facendo un pensierino e non è un caso. Il prossimo allenatore rossonero potrebbe essere Giampaolo, suo scopritore alla Samp. Con lui tornerebbe ad avere la fiducia persa in questi anni, ma l’ultima parola spetterà a Fonseca.