Salernitana, Mantovani da golden boy a epurato. Storia di un'avventura agli sgoccioli

Ha fatto rumore, per quanto fosse già nell'aria, l'esclusione dai convocati per il ritiro di Cascia di Valerio Mantovani, che è ufficialmente sulla lista di sbarco della Salernitana. Scelte tecniche insidacabili del tecnico che ha ritenuto non indispensabile il centrale scuola Torino che a Salerno è cresciuto e "diventato grande". Giunto in granata nell'estate del 2016, Mantovani rappresenta uno dei giocatori più longevi della gestione Lotito-Mezzaroma, ormai tramontata, e sicuramente uno degli acquisti più azzeccati del ds Fabiani. Il rendimento del difensore romano è stato straordinariamente costante nei primi tre anni di militanza in granata, con prestazioni altisonanti e grinta da vendere che lo avevano reso uno dei beniamini dei tifosi e un vero e proprio giovane leader in campo.

Poi l'infortunio al tendine rotuleo nell'ottobre 2019 che ne ha, di fatto, compromesso l'intera stagione, prima del rientro più di un anno dopo, il 29 novembre 2020 contro il Cosenza. Sedici presenze fatte di alti e bassi nella stagione della promozione, nella quale ha comunque dato anche il suo contributo, prima di un addio annunciato. Arrivato giovanissimo e con grandi prospettive, a Salerno Mantovani è diventato un uomo e, anche se le strade sono destinate a separarsi, l'ex capitano del Torino non potrà che portare per sempre nel cuore i colori granata e la città che lo ha "adottato".