Salernitana, i dubbi sull'esonero di Castori e la grande chance di Colantuono
La piazza si è divisa: c'è chi reputa giusto l'esonero dopo aver collezionato sei sconfitte su otto, chi indicava in Castori l'unico in grado di compiere un altro miracolo sportivo dopo l'impresa dell'anno scorso. E la foto che lo ritrae in solitudine su una panchina, visibilmente contrariato, ha alzato il suo indice di popolarità spingendo migliaia di supporters granata a manifestargli affetto e riconoscenza. Ora il futuro si chiama Stefano Colantuono, allenatore che a Salerno ha avuto un percorso agrodolce: una salvezza tranquilla con una rosa obiettivamente mediocre nel 2017-18, dimissioni per problemi familiari (e dopo tre sconfitte di fila, ma con classifica interessante) la stagione successiva ma rapporto comunque ottimo con la proprietà uscente e l'attuale dirigenza. Avrà una grande occasione, quella del definitivo rilancio.
Ed è superficiale rimarcare fosse fermo da qualche anno: fino a poche stagioni fa si parlava di lui come ottimo allenatore, ha circa 250 panchine in serie A e ha avviato il grandissimo ciclo dell'Atalanta plasmandola a sua immagine e somiglianza prima dell'epoca Gasperini. I tifosi risponderanno ancora presente all'appello: saranno in circa 10mila sabato con l'Empoli, 700 a Venezia per un totale di novemila persone in cinque trasferte. Impressionante. Con l'attesa per un cambio di società che tarda ad arrivare e che, ad oggi, non è scontato. Non per le fake news dei soliti noti che a Salerno si divertono da tempo parlando di trattative e rifiuti inesistenti, ma per la volontà dei trustee di tutelare i disponenti incassando quanto stabilito senza un euro in meno. Ma, con una squadra ultima e un obbligo di cedere, il prezzo lo farà inevitabilmente chi acquista.