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Plusvalenze, la memoria difensiva della Juventus: "Ricorso inammissibile, assenti fatti nuovi"
Ricorso "inammissibile, in ragione dell'assenza, nel caso in esame, dei presupposti applicativi di tale mezzo di impugnazione straordinario", cioè di "fatti nuovi", secondo il principio per cui "nessuno può essere perseguito o condannato penalmente dalla giurisdizione dello stesso Stato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato a seguito di una sentenza definitiva conformemente alla legge e alla procedura penale di tale Stato". Questa la memoria difensiva della Juventus - riportata dall'ANSA - per l'udienza della Corte federale d'Appello per l'istanza di revoca dell'assoluzione presentata dalla Procura Figc sulle plusvalenze.
Un principio, quello citato nella memoria, secondo il quale, nell’ordinamento eurounitario, “nessuno può essere perseguito o condannato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato nell’Unione a seguito di una sentenza penale definitiva conformemente alla legge”. “Tale divieto di “bis in idem” – prosegue la memoria – costituisce un principio fondamentale dell’ordinamento giuridico italiano, così come riconosciuto dalla Corte Costituzionale, che, come noto, ha pienamente recepito le indicazioni interpretative in materia provenienti dalle Corti europee”.
“In argomento, gli scriventi difensori – prosegue la memoria – non ignorano l’orientamento della giurisprudenza sportiva secondo cui l’istituto della revocazione ex art. 63 del Codice giustizia sportiva, non violerebbe il divieto di bis in idem né risulterebbe incompatibile con il Codice di Giustizia del Coni; ritengono, però, che sia opportuna una rinnovata e approfondita riflessione in materia”.
Cosa succede adesso?
Terminati gli interventi delle difese, la Corte d'Appello si riunirà in camera di consiglio per poi esprimersi prima sull’ammissibilità del ricorso della Procura, poi – nel caso venga accolto – nel merito: la Juve e gli altri club potrebbero in teoria essere nuovamente assolti, altrimenti si conosceranno subito le condanne.
9 punti di penalizzazione. È la richiesta avanzata nei confronti della Juventus dal procuratore federale Giuseppe Chiné nell'udienza davanti alla Corte Federale d'Appello sull'istanza di riapertura del filone plusvalenze. Vista la gravità dei fatti contestati e l'impatto avuto dal punto di vista sportivo sui campionati, la richiesta di Chinè è di una sanzione davvero afflittiva che tenga la Juve fuori dall'Europa. Mano pesante del procuratore anche nei confronti dei dirigenti bianconeri: Chiné ha chiesto l'inibizione di 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 16 mesi per Agnelli, 12 mesi per Nedved, Garimberti e Arrivabene, 10 mesi e 20 giorni per Cherubini.
Un principio, quello citato nella memoria, secondo il quale, nell’ordinamento eurounitario, “nessuno può essere perseguito o condannato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato nell’Unione a seguito di una sentenza penale definitiva conformemente alla legge”. “Tale divieto di “bis in idem” – prosegue la memoria – costituisce un principio fondamentale dell’ordinamento giuridico italiano, così come riconosciuto dalla Corte Costituzionale, che, come noto, ha pienamente recepito le indicazioni interpretative in materia provenienti dalle Corti europee”.
“In argomento, gli scriventi difensori – prosegue la memoria – non ignorano l’orientamento della giurisprudenza sportiva secondo cui l’istituto della revocazione ex art. 63 del Codice giustizia sportiva, non violerebbe il divieto di bis in idem né risulterebbe incompatibile con il Codice di Giustizia del Coni; ritengono, però, che sia opportuna una rinnovata e approfondita riflessione in materia”.
Cosa succede adesso?
Terminati gli interventi delle difese, la Corte d'Appello si riunirà in camera di consiglio per poi esprimersi prima sull’ammissibilità del ricorso della Procura, poi – nel caso venga accolto – nel merito: la Juve e gli altri club potrebbero in teoria essere nuovamente assolti, altrimenti si conosceranno subito le condanne.
9 punti di penalizzazione. È la richiesta avanzata nei confronti della Juventus dal procuratore federale Giuseppe Chiné nell'udienza davanti alla Corte Federale d'Appello sull'istanza di riapertura del filone plusvalenze. Vista la gravità dei fatti contestati e l'impatto avuto dal punto di vista sportivo sui campionati, la richiesta di Chinè è di una sanzione davvero afflittiva che tenga la Juve fuori dall'Europa. Mano pesante del procuratore anche nei confronti dei dirigenti bianconeri: Chiné ha chiesto l'inibizione di 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 16 mesi per Agnelli, 12 mesi per Nedved, Garimberti e Arrivabene, 10 mesi e 20 giorni per Cherubini.
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