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​ Salernitana, Serie A uguale destini tribolati: tra post sibillini e rinascite altroveTUTTO mercato WEB
mercoledì 1 maggio 2024, 23:30News
di Raffaella Sergio
per Tuttosalernitana.com

​ Salernitana, Serie A uguale destini tribolati: tra post sibillini e rinascite altrove

Per la Salernitana serie A nei tempi moderni è costantemente sinonimo di tribolazioni e di percorsi mai davvero lineari e tranquilli, così fu nel 1998/99 e così è stato anche in questo ultimo triennio appena conclusosi con la retrocessione aritmetica in cadetteria. Nell'anno del ritorno in massima serie dopo una cavalcata trionfale l'anno prima con un campionato stravinto in B nel segno dei record, siamo in piena era Delio Rossi e del calcio spettacolo che attira sull'Arechi gli occhi dell'intera Italia pallonara. Rossilandia, tuttavia in A stenta a decollare e il mister romagnolo subisce critiche per un atteggiamento anelastico ed eccessivamente spregiudicato, se non addirittura a tratti presuntuoso. L'allora patron granata Aniello Aliberti decide di esonerarlo per portare Oddo a Salerno, ma la rivolta della piazza e degli ultras del cavalluccio marino lo costringono a tornare sui propri passi non senza eccessi violenti.

Il cambio in panchina si compirà poi ma la Bersagliera non riuscirà a salvarsi per un punto e vicende che, a distanza di anni, continuano a suonare controverse. Quella stagione sarà ricordata purtroppo per la strage del treno che, al rientro da Piacenza, costò la vita ai quattro angeli granata, mentre l'anno prima la festa promozione fu funestata dal tragico alluvione in provincia a Sarno, Siano e Bracigliano. Stagione 2021/22 è di nuovo serie A ma la normalità non abita nemmeno stavolta a Salerno e la Salernitana vive l'esperienza anomala del trust e, soprattutto, il terrore di fallire e sparire dal calcio professionistico nella notte di Capodanno. Iervolino arriva a squarciare il gelo, salva i granata due volte, prima dalla cancellazione e poi dalla retrocessione grazie ad una rimonta prodigiosa e destinata a restare scolpita nella storia del club campano.

Stagione 2022/23, quella del consolidamento e della prima vera Salernitana targata Iervolino: una salvezza anticipata e momenti di buon calcio sulla ribalta nazionale nascondono altre tribolazioni, che, senza l'avvento taumaturgico di Sousa, sarebbero costate assai care. Il club di via Allende parte molto bene in campionato e si affaccia nella colonna sinistra della classifica, quando, poi, il riconfemato a furor di popolo Nicola perde improvvisamente il controllo del gruppo e incappa in una involuzione di gioco e risultati che compromettono la posizione in graduatoria e mostrano un cavalluccio marino abulico e senz'anima in campo, fino all'apice negativo dell'8-2 rimediato in quel di Bergamo dall'Atalanta di Gasperini. Durante la pausa per i mondiali in Qatar la Salernitana decide di andare in ritiro in Turchia e lì accade qualcosa che mina la serenità dell'ambiente e depotenzia Davide Nicola, con Lovato che si lascia andare ad una dichiarazione dove candidamente ammette che vi sarebbe stato un " problema interno" mai poi precisato.

A salvezza acquisita inizia il film dell'annata corrente, con in serie i segnali di allarme della festa a piazza della Concordia, la vicenda Sousa-Napoli e il caso Dia, tutti episodi gestiti assai male dalla società e dai dirigenti che avrebbero dovuto farlo. È l'inizio di tribolazioni note su cui è inutile ritornare, essendo purtroppo stavolta sia i numeri che l'epilogo stagionale a parlare per tutti. Quest'anno non poteva mancare l'ennesimo post sibillino, ma poi nemmeno tanto, di Boulaye Dia, il quale, in occasione del saluto al compagno Daniliuc, in partenza per Salisburgo, gli fa gli auguri e gli dice che finalmente egli potrà tornare a divertirsi, come se a Salerno non si potesse giocare con il sorriso. Gli episodi rivelatori di un gruppo spaccato, anzi frantumato come un puzzle da mille e più pezzi, si sprecano in campo e pure talvolta fuori, ma soprattutto si nota come diversi calciatori che hanno lasciato la Salernitana abbiano ripreso a giocare bene e a togliersi soddisfazioni altrove.

Piatek e Botheim ne sono gli esempi più evidenti, con il polacco che ha segnato 14 reti in Turchia con il Basaksehir e il norvegese che ha riscoperto reti ed assist vincenti con la maglia del Malmoe in Svezia. Al di là del valore ipoteticamente inferiore di questi campionati esteri, quel che colpisce è il ritrovato entusiasmo e l'energia positiva riscoperta da questi atleti in altri lidi. Ciò porta a porsi doverosi interrogativi e ,approfondire l'indagine non può non condurre a ritenere che ,oltre la visione fatalistica di un destino avverso scritto da una mano invisibile, vi possa essere qualcosa di più terreno e di più tangibile dietro tutto questo ultimo tribolare. La piazza di Salerno dovrebbe essere ambitissima e graditissima, vuoi per il calore del pubblico, vuoi per la solidità economica della società, munifica in termini di ingaggi e sempre rispettosa di ogni scadenza.

Perché piazza calda e passionale, vetrina della serie A e serenità economica non sono bastate per stare bene all'ombra dell'Arechi e diversi giocatori hanno chiesto la cessione, portato il muso o, quando ceduti, sono rinati altrove? Mistero ma forse fino ad un certo punto. La risposta potrebbe essere una eccessiva umoralità del patron ed una sua atavica difficoltà a comprendere il calcio, a scegliere gli uomini giusti nei posti giusti e soprattutto dare una continuità programmatica al club da lui presieduto. Eccessivi azzeramenti e chimerici disegni da perseguire precorrendo i fisiologici tempi di maturazione potrebbero essere più che valide risposte a tutto ciò, così come la carenza di figure esperte e veri uomini di calcio al timone che sapessero come e quando intervenire, parlare o tacere, tenendo saldamente in pugno lo spogliatoio.

In queste ultime ore sembrerebbe che sia reale l'interesse della Salernitana per Guido Angelozzi, manager esperto cui affidare il ruolo di ds in ottica ricostruzione dell'organico granata e l'attuale dirigente del Frosinone avrebbe tutte le caratteristiche per fare potenzialmente molto bene. Con Angelozzi si starebbe pensando anche a Fabio Grosso, uno dei campioni del mondo di Berlino nel 2006 e già vincitore del campionato cadetto con il Frosinone. Vedremo se la cosa si concretizzerà, ma in ogni caso ci fosse stato un Angelozzi dall'inizio (o  forse anche un Sabatini senza gravi problemi di salute da luglio) sarebbero state davvero consistenti le probabilità di scrivere un altro film e, specialmente, di poter inaugurare un ciclo calcistico virtuoso e soddisfacente in una serie A che, invece, la realtà odierna dice bisogna salutare.