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SAMPDORIA CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Organizzazione e sacrificio, il simbolo è FerrariTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 30 novembre 2021, 13:05News Doria
di Paolo Paolillo
per Sampdorianews.net

SAMPDORIA CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Organizzazione e sacrificio, il simbolo è Ferrari

La rubrica dedicata alla difesa della Sampdoria.

Il re è morto, w il re! Nessun sovrano all'orizzonte, ahinoi, ma la sensazione è quella di un cambio di mano di un trono europeo nella metà del Medioevo. Si, perchè dopo aver incassato gol a suon di tre a partita, la Sampdoria si è destata dal sonno profondo e, per il momento, ha dato quello che assomiglia ad un colpo di reni e che dovrà essere confermato lungo questi venti giorni che ci separano dalla sosta.

Andiamo con ordine: a Salerno, in un Arechi incandescente, il Doria ritrova la porta inviolata, frutto di un gran lavoro di reparto, anche se davanti – oltre a Ribery – i granata non hanno mostrato questi pericoli così consistenti. Il gioco di reparto ha dato i suoi frutti, spiccano la prestazione di Emil Audero, decisivo con una parata fenomenale su Ranieri, che avrebbe potuto ringalluzzire una compagine già fuori dal match, ed un intervento più tecnico che spettacolare sul piatto all'angolino di Coulibaly, a stretto giro di posta rispetto alla precedente occasione. Detto ciò, la difesa non ha mai subìto l'iniziativa avversaria e i tentativi di assalto sono stati sempre ben respinti dai due centrali di giornata, Alex Ferrari, su cui torneremo, ed Omar Colley e da Julian Chabot, entrato con una perizia e una garra incommensurabili. Il tedesco, infatti, non ha sbagliato un solo intervento aereo annichilendo la torre Djuric. Bene anche Bereszynski, che oramai è uno dei punti di riferimento di questa squadra, che assolve al meglio il compito più duro di giornata: limitare Franck Ribery. Il campione francese, infatti, svaria molto ma difficilmente crea superiorità, situazione chiave per non soffrire. Ammonito, lascia spazio al virgulto Dragusin, che diventa il terzo centrale a protezione della porta di Audero, per resistere al rush finale. Dall'altra parte, Tommaso Augello, gioca con sapienza, senza strafare, cercando di sganciarsi solo in condizioni di tranquillità. Importante il suo recupero, su una palla considerata morta, di cattiveria e astuzia. Da quel calcio d'angolo, infatti, la Samp troverà il gol che sblocca il match.

Partita diversa quella di sabato, in cui scendeva a Genova un Hellas Verona rivitalizzata dalla cura Tudor. Gli scaligeri potevano vantare su un tandem d'attacco caldissimo composto da Giovanni Simeone, autore già di nove reti e dall'ex di turno, Gianluca Caprari, partito benissimo con i colori gialloblù. La retroguardia doriana, però, teneva benissimo botta, respingendo sia le combinazioni dei due, sia contrastandoli ottimamente nell'uno contro uno. Alex Ferrari è stato il migliore sino a quando è rimasto in campo. Ancora una volta, la sfortuna e una spinta malandrina di Simeone costringono il romagnolo ad alzare bandiera bianca prima del tempo. E qui, facciamo un passo indietro. Nell'editoriale precedente, ci chiedevamo del suo accantonamento. Mister D'Aversa sembra averci letto, perché finchè il centrale è rimasto in campo non abbiamo preso nessun gol in una partita e mezzo. Sicuramente un caso, magari no, visto che ne hanno beneficiato tutti. Se fosse anche integro avremmo visto degli altri campionati. Vista la convocazione per Firenze, possiamo tirare un sospiro di sollievo e sperare che sia in grado di recuperare bene, perché c'è un certo Vlahovic da marcare e servirà l'apporto di tutti, da Yoshida - sfortunato sul gol di Tameze al rientro dall'infortunio - a Dragusin. Gli esterni bassi, cambiando discorso, sono stati molto propositivi e hanno tenuto bene la linea, anche nel momento di massima spinta. Bene invece l'impatto di Murru, che addirittura trova la prima marcatura della sua vita in Serie A, dopo 174 partite. Meglio tardi che mai. Unico neo, e dispiace, l'esultanza: c'è poco da mettersi le mani alle orecchie e poi dire che era per sentire la Sud. Peccato, perché il ragazzo se lo meritava, non fosse altro per quel palo contro la Lazio, nel momento di isteria collettiva maggiore degli ultimi dieci anni, qualche anno fa. Capisco il sentimento perché, a volte, è stato criticato a prescindere, però.

Tirando le somme, la sterzata, sferzata o – forse – la vergata è arrivata ed è arrivata con l'organizzazione difensiva, il pensare a non prenderle prima che a farle. Come avevamo fatto lo scorso anno, come è d'obbligo quando hai la coperta corta. Organizzazione e spirito di sacrificio, due concetti che ci fanno arrivare alle sfide con Fiorentina e Lazio con la testa più leggera ma lo stesso concentrati, consci, si spera, della strada intrapresa che porta alla partita della partite. Ma di questo parleremo la settimana prossima.