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Le nostre vite stravolte in un mese e il calcio che si riscopre superfluoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
venerdì 20 marzo 2020, 16:07Il corsivo
di Raimondo De Magistris

Le nostre vite stravolte in un mese e il calcio che si riscopre superfluo

Mattia adesso sta meglio, ha lottato tra la vita e la morte con un tubo piantato in trachea ma adesso ce l'ha fatta. Potrà finalmente tornare dalla sua famiglia, da sua moglie, dal bimbo che sta per nascere e che al pari del respiratore l'ha tenuto in vita. "Ho tenuto duro perché sto per diventare papà", ha detto. "È la vita degli altri a trascinarci avanti".

Mattia è il paziente uno, scoperto affetto da COVID-19 il 20 febbraio. Quando nessuno poteva nemmeno immaginare cosa ci stesse succedendo, quando ci ripetevamo che il problema non ci riguardava perché a centinaia di migliaia di chilometri di distanza. Era solo un mese fa. Ma quanto può essere lungo un mese? Quanto un solo mese può stravolgere le nostre vite?

Tantissimo, ora è evidente.
Ora che per tutti noi il momento più importante della giornata è quando alle 18 la Protezione Civile fa il punto dei contagiati, e la conta dei nostri morti, la distinzione tra necessario e superfluo avviene quasi naturalmente.
È necessario supportare in tutti i modi possibili medici e infermieri, supportare le loro battaglie quotidiane mentre nei laboratori c'è chi prova a vincere la guerra. È necessario allestire nuovi ospedali e reclutare sempre più operatori sanitari. È necessario seguire le disposizioni del Governo. È necessario saper mettere da parte le non necessarie esigenze dell'Io per proteggere il Noi. È necessario che tutti lo capiscano per non vanificare lo sforzo di tanti.


Poi c'è il superfluo. E nel superfluo, in questo momento, c'è anche il pallone che rotola. Sembrava fino a un mese fa che non potessimo fare a meno della partita quotidiana, della Serie A e della Champions League. Delle gesta dei calciatori, delle dichiarazioni e anche delle polemiche. E invece un mese dopo sapere se e quando riprenderà il campionato, sapere se e quando le squadre torneranno ad allenarsi, sapere in che modo il calcio ripartirà è lontano dal mondo di tutti noi. È un lusso che adesso non possiamo permetterci.
Nel superfluo c'è tutto il calcio, che proprio perché consapevole di essere superfluo in questo caso dovrebbe avere il pudore di abbassare i riflettori da sé stesso e trasformarsi in specchio utile per accenderli su chi ne ha davvero bisogno. Lo stanno facendo in molti, dovrebbero farlo tutti. Ma proprio perché in questi giorni ci riesce naturale distinguere tra necessario e superfluo, a emergere nei confronti di chi anche in questa emergenza non riesce a capirlo, nei confronti di chi anche in questi giorni non riesce a mettere da parte i suoi privilegi e i suoi interessi, è un sentimento di irritazione mista a pena.

Ce ne faremo una ragione, ce ne ricorderemo in futuro. Ma non adesso, in questi giorni i problemi sono ben altri. Purtroppo.