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Preziosi: "I bilanci di molte società sono a rischio". Il messaggio al GovernoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 29 luglio 2021, 10:43Non solo Sasol
di Redazione SN
per Sassuolonews.net

Preziosi: "I bilanci di molte società sono a rischio". Il messaggio al Governo

Le dichiarazioni del presidente del Genoa, Enrico Preziosi, sul futuro del calcio italiano e sulla riapertura degli stadi al 50%

Il presidente del Genoa Enrico Preziosi, in una intervista al Corriere della Sera, ha parlato della riapertura degli stadi al 50%, lanciando di fatto un grido d'allarme e un messaggio al Governo: "Senza pubblico negli stadi e forme di aiuto dal Governo, il Chievo potrebbe non essere un caso isolato. I bilanci di molte società sono a rischio. È semplice da spiegare: dopo un anno e mezzo di mancati introiti da botteghino ora la nuova regola impone il distanziamento interpersonale di un metro. In pratica in quasi tutti gli stadi d’Italia saremmo costretti, se la normativa venisse confermata, a occupare un seggiolino ogni quattro, aprendo di fatto gli impianti per il 25 per cento della capienza. Con queste imposizioni avviare la campagna abbonamenti o vendere i pacchetti hospitality è impossibile. Io poi ho pure il rammarico di aver appena investito cifre ingenti per ammodernare Marassi".

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Riapertura con posti a scacchiera?
"Diciamo che almeno con quella formula, base dei colloqui fra Lega e Figc con il Governo, il 50 per cento della capienza sarebbe garantito. Però vado oltre e mi chiedo: perché nei bar e ristoranti al chiuso si può entrare con il green pass senza limitazioni e in uno stadio, all’aperto, no? Muoviamo la passione di 38 milioni di persone: il calcio può essere un veicolo per convincere i no vax. Qualche volta mi viene un brutto sospetto".

Cioè?
"Ho la sensazione che qualcuno percepisca i presidenti delle società di calcio come ricchi scemi. Il luogo comune è “si lamentano ma poi siglano contratti milionari”. Ma a chi nutre questa convinzione vorrei spiegare che per ogni accordo siglato, la metà degli ingaggi pattuiti ai giocatori viene riversata nelle casse dello Stato in forma di contributi. Le società di calcio sono aziende e come tali dovrebbero essere trattate. Perciò mi domando come sia possibile che il Governo, che con le regole sul pubblico negli stadi limita le mie entrate, poi pretenda dal calcio gli stessi prelievi fiscali precedenti alla pandemia".