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Scanner: seconde squadre tanti modelli a cui guardare

Scanner: seconde squadre tanti modelli a cui guardareTUTTO mercato WEB
giovedì 15 marzo 2018, 21:322018
di Giulio Dini

Oltre il calcio giocato, oltre il calcio parlato, oltre la semplice apparenza... con l'avvocato Giulio Dini e Lorenzo Marucci nella trasmissione Scanner su RMC SPORT si è parlato dell’ipotesi delle seconde squadre.

“Parliamo delle seconde squadre, una decisione che dovrà prendere il nuovo ordinamento calcistico, una volta che la Federazione si sarà riorganizzata e che la Lega avrà il suo presidente. E’ un’ipotesi che è all’ordine del giorno da molto tempo per la grande difficoltà che abbiamo nel gestire i giovani dei club di Serie A o delle squadre professionistiche in genere, dopo che i giovani stessi hanno compiuto il loro percorso all’interno del settore giovanile con la Primavera. Ho assistito ad una partita della Viareggio Cup: Empoli -Rappresentativa di Serie D e rispetto all’argomento che trattiamo direi che costituisce il paradigma. Un settore giovanile blasonato come l’Empoli trova difficoltà perché i ragazzi della rappresentativa di Serie D, alcuni dei quali sicuramente si sono formati anche in settori giovanili professionistici, dall’abitudine a giocare non con i pari età ne hanno tratto beneficio, mostrano sul campo un atteggiamento e una tenuta diversa che fa soffrire i pari età che sono abituati a giocare il campionato primavera. Questo è il concetto che dobbiamo recepire, dobbiamo creare un campionato che permetta ai giovani di crescere, ci sono tanti modelli ai quali guardare e dobbiamo scegliere quello più giusto”.

“La Primavera è un campionato che non possiamo esitare nel definirlo virtuale, è un campionato tra pari età, dove ci sono dei valori anche significativi, che però sono lontani da quello che può essere l’effettività, dal momento che l’avversario che ci si trova contro non è quello del domani. Come si è creato di supplire a questa difficoltà? Per tantissimo tempo, e lo si fa ancora, i Club di massima serie di A e B hanno pensato di poter far crescere i propri calciatori dandoli a giocare in club di categoria inferiore, principalmente in serie C, ma anche nella categoria inferiore, un ragazzo seppur bravo che esce da un settore giovanile ha delle difficoltà a confrontarsi in un campionato in cui ci sono padri di famiglia e che guadagnano anche sulla base dei risultati e hanno una tempra e motivazioni ben diverse rispetto a cui sono abituati i ragazzi”.

“Ci sono altri aspetti che sono stati negativi e cioè quelle delle valorizzazioni. Pagare perché un calciatore trovi spazio nella serie inferiore non è mai un criterio di merito, per cui non si è valorizzato quello che dava il campo, ma in alcuni casi si è privilegiato la ragione economica rispetto a quella tecnica. L’istituzione di un campionato di seconde squadre però deve essere ben ragionata, perché abbiamo in Europa modelli diversi, come quello tedesco o inglese o olandese, spagnolo, dove i criteri sono molto diversi. Il quesito che dovremmo porci è, creiamo un campionato di seconde squadre mettendo dei limiti di età? Si esce da una Primavera intorno ai 19-20 anni e i limiti di età a cui siamo abituati ad assistere è quello di 23 e creiamo un campionato di pari età o inseriamo questo campionato e queste seconde squadre in un campionato esistente?!”

“Esiste un modello che è stato presentato dal presidente Gravina nel 2016, favorevole all’introduzione delle seconde squadre direttamente all’interno della Serie C, ma questo modello prevedeva che le seconde squadre iscritte partecipassero al campionato facendo punti e facendone fare agli avversari, ma che alla fine non se ne tenesse conto. Sarebbero rimaste fuori classifica e non avrebbero partecipato alle promozioni. Abbiamo un esempio in Europa invece, in cui le seconde squadre ottengono risultati e partecipano alle promozioni e retrocessioni, come il modello spagnolo. In Germania principalmente le seconde squadre si trovano a giocare tra la nostra serie c e serie d ma sono state escluse dalla partecipazione delle Coppe perché ci sono stati dei casi, di seconde squadre che nella coppa nazionale hanno fatto meglio della prima squadra di riferimento e questo costituiva un’onta non sopportabile sotto il profilo sportivo”.

C’era stata anche l’idea di qualche club di acquistare delle società di Serie C, per poi farne delle seconde squadre, o inserire giocatore per instaurare partnership…
“Le norme federali permettono che gli azionisti di maggioranza possono avere partecipazioni significative in altri club, come la Salernitana dove lo staff e alcuni calciatori sono di provenienza Lazio, della proprietà Lotito e questo potrebbe essere un modello realizzabile, ma li comincia ad incidere il campanile, c’è da rispettare i tifosi.”

“L’esperienza in primavera non è una preparazione per la prima squadra. Ci sono stati casi di giocatori di levatura eccezionale che dalla primavera tengono botta con la prima squadra, ma una società non costruisce tutto intorno a questi casi. Parte del patrimonio calciatori è costituito da tutti quelli che porti su e riesci a far crescere”.

“Il quadro completo è che quello che vorremmo noi, l’obiettivo su cui Fiorentina e Juventus hanno battuto e diciamo è quello di inserire le seconde squadre in un campionato competitivo, non creare un campionato ad hoc, sennò si rischia di ripetere il problema della primavera, come aveva ipotizzato il presidente Gravina. In Spagna abbiamo la partecipazione dei club che hanno le seconde squadre, libera senza limiti di età ai campionati di seconda o terza divisione, partecipando poi pienamente agli esiti sportivi che la classifica assegna alla fine del campionato. Messi ha giocato prima nella squadra B. Un caso è anche quello di Thomas Muller, che ha fatto un salto tutto insieme ma è passato dalla squadra B”.

“Non credo che l’introduzione delle seconde squadre si una panacea, ma è un passo avanti per il consolidamento del parco giocatori e del patrimonio della società. E’ difficile pensare che un campionato di seconde squadre permetta di portare alla prima squadra tanti più giocatori di quanti non ne siano arrivati fino ad adesso. Valorizzando il patrimonio del settore giovanile con le seconde squadre riusciremmo a produrre qualche giocatore in più e importarne in meno”.