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TMW RADIO -Scanner: "Le conseguenze economiche dell'uscita dai Mondiali"

TMW RADIO -Scanner: "Le conseguenze economiche dell'uscita dai Mondiali"
giovedì 16 novembre 2017, 17:202017
di Giulio Dini
Quanto pesa a livello economico la mancata partecipazione dell'Italia ai Mondiali 2018

Scanner su TMWRadio: oltre il calcio giocato, oltre il calcio parlato, oltre la semplice apparenza... con l'avvocato Giulio Dini e Dario Ronzulli, ospite della puntata di ieri il giornalista di calcio e finanza,Matteo Spaziante.

Sui mancati introiti derivanti dalla partecipazione al Mondiale
"Ci siamo incuriositi per i numeri apparsi negli ultimi giorni sui quotidiani, e dalla necessità di vedere se questi numeri fossero realistici o no. Effettivamente la partecipazione al Mondiale è una fonte di indubbio guadagno per una Federazione, se si pensa che Russia 2018, con 32 squadre sarà più ricco rispetto a Brasile 2014, e che porterà nelle casse dell'organizzazione, la quale poi provvederà alla distribuzione di questi soldi, oltre 200 milioni in più andando a rasentare gli 800 milioni di euro. Pensiamo che una parte di questo ricco montepremi, va a coprire le assicurazioni per gli infortuni dei calciatori, quasi 100 milioni, mentre 70 milioni va a coprire un fee, che va ai club di appartenenza dei giocatori impegnati al Mondiale. Pensiamo che per la semplice partecipazione la Fifa prevede quella che viene chiamata preparation fee, un gettone di ingresso di 1 milione e mezzo e con la partecipazione ai gironi e la conseguente eliminazione si riconoscono 8 milioni. Si può dire che in partenza ogni Nazionale che ha bucato la partecipazione ai Mondiali ha perso 9 milioni e mezzo di euro. Direi che non sono pochissimi visto che si fa il conteggio di quelle che sono state le spese che il team Italia ha incontrato fino ad ora. Il vincitore ne prende 38 sono tanti soldi. Il secondo prende 28 milioni, il terzo 24, il quarto 22. Il semplice raggiungimento dei quarti di finale porta nelle casse delle federazioni un importo di 18 milioni. Per cui cominciano ad essere somme di un certo rilievo".

Non ci sono però solo i soldi derivanti dai premi, perché per Nazionali come l'Italia, ci sono degli accordi commerciali a legati al rendimento dei mondiali e/ o alla partecipazione.
"E' il così detto indotto. La Federazione ha più di un accordo, uno con Infront, quadriennale che porta per contratto un minimo garantito di 57 milioni nelle casse della Federazione, e questa cifra è salva perché prescinde dal risultato. Ci sono poi i contratti di sponsorizzazione, anche lo sponsor tecnico in questo caso il contratto con la Puma, porta fino al 2022 un importo fisso di quasi 19 milioni. Anche questo importo si può considerare salvo, ma non è salvo tutto quello che viene considerato royalty, cioè la parte percentuale che il brand riconosce alla federazione in base alle vendite. Le vendite del materiale sportivo e delle maglie della Nazionale sono ovviamente legate alla partecipazione al Mondiale e ai suoi successi, richiamo che le prestazioni destano nel pubblico. Facendo un esempio, nell'Europea del 2016 in Francia sono stati venduti prodotti di abbigliamento tecnico per quasi 1 milione e 200mila euro. Considera che negli anni morti, senza competizioni, siamo a meno della metà. Agli ultimi Mondiali gli importi erano su 1 milione e 700mila euro".

"Danno di immagine? Ci sono un discreto numero di danni che sono collegabili alla mancata partecipazione ai Mondiali e che sono difficilmente quantificabili. Il Danno non è qualificabile per la perdita in termini di orgoglio Nazionale che il cittadino italiano ha per la propria nazionale, ma per la perdita delle sponsorizzazione si: oltre a Puma ci sono 21/22 sponsor che non si sa se rinnoveranno e a quali condizioni. Questo dipenderà molto dalla scelta che il consiglio federale e il presidente faranno per individuare il nuovo commissario tecnico. Credo che stavolta si cercherà di elevare il livello in maniera forte e si cercherà di fare del nuovo ct un brand. Visto il precedente davvero triste bisognerà spendere l'autorevolezza e il curriculum di qualcuno davvero forte".

“Tanti gironi erano competitivi, o equilibrati, era ragionevole pensare che l'Italia arrivasse seconda, come pensare che attraverso lo spareggio potesse ottenere in pass per i mondiali. Le partite in 180 minuti hanno le loro insidie e lo abbiamo toccato con mano.”

Sarà il primo Mondiale globale da Messico in poi, a livello televisivo a non avere l'Italia e questo avrà ripercussione sui diritti tv e sui guadagni dei media italiani.
“Dei 50 eventi più visti nella storia della tv italiana, 49 sono partite di calcio. L'unico evento che esce dal campo da gioco è un Sanremo presentato da Pippo Baudo e vinto da Giorgia. Considera che la Nazionale assicura 12 milioni di spettatori di media, stiamo parlando di tantissimo pubblico. Nel Mondiale 2014 è stata quasi di 18 milioni di spettatori. Vi informo che Italia-Argentina del 3 luglio 1990, è la prima in classifica ed è stata seguita da 27milioni 500mila persone, l'87% dello share.
Quindi il colpo ai diritti tv è significativo, anche perché dobbiamo considerate che durante un Mondiale sono tante le ore dedicate alla riproduzione di immagini e alle dirette, accompagnate da sponsor che appaiono sulla maglia tabelloni e questo è parte dell'indotto che se ne vanno.”

Ci saranno altri soggetti che potranno subire danni indiretti?
“Un potrebbe essere l'erario, perché quest'ultimo tassa le scommesse sportive di un evento e le scommesse di un evento così importante sono tante. Un altro soggetto danneggiato è il club a cui appartengono i nazionali italiani, perché sappiamo che il Mondiale è una grandissima vetrina e i calciatori italiani non l'avranno, è una perdita di occasione”.

Intervento del giornalista di Calcio e Finanza, Matteo Spaziante
Ci sarà un impatto negativo sui conti come avete già detto. Il problema di immagine, e nemmeno nel breve periodo, potrebbe diventarlo nel lungo medio periodo, perché gli attuali contratti che legano gli sponsor alla federazione non saranno rivisti, ma quando arriverà il momento magari nelle trattative del rinnovo, gli sponsor faranno presente che all'ultimo mondiale la nazionale non è andata e quindi cercheranno di dare meno soldi. Un po' come accade tra gli sponsor e le squadre di club che non vanno in Champions League. L'impatto negativo ci sarà e sarà interessante vedere come sarà nei prossimi anni. Vedremo anche quanto il calcio in generale ne risentirà nel lungo periodo. Necessità di un Ct carismatico che sia un brand forte? Si potesse riprendere Conte sarebbe perfetto, sappiamo tutti l'importanza di Puma nel suo arrivo in Nazionale, dal punto di vista mediatico è tra i migliori. Il problema ora è trovare un allenatore che abbia le stesse caratteristiche e che funzioni un po' da parafulmine per tutto il movimento, quello che a Ventura non è riuscito. Bisogna vedere chi sceglieranno. L'ipotesi Ancelotti sarebbe quella più giusta, però c'è un lato economico da considerare, visto che la Figc non può offrire contratti faraonici. Tavecchio? E' una figura difficile da spostare a livello politico perché il Coni non può intervenire e l'unico modo per cui lui lasci il ruolo è che il consiglio federale lo sfiduci, ma le figure che vi hanno più peso sono quelle che lo hanno supportato. A meno che gli amici non lo tradiscano la vedo difficile che lui possa interrompere il suo mandato prima della naturale scadenza del mandato”.

Dini conclude...
“Se la figura del prossimo Ct è autorevole e riesce a richiamare fiducia ci potrebbe essere il sostegno dello sponsor tecnico. L'entusiasmo sarà difficile averlo all'inizio ma la fiducia può nascere. Dipenderà anche da quello che sarà deciso e se si farà corso ad una diversa programmazione e organizzazione del nostro calcio”.