Atene, il secondo posto e non solo: Juve, i cinque motivi per cui non sorridere
La Juventus esce dalla partita interna all’Allianz Stadium contro il Barcellona con uno 0-0 che lascia in mezzo al guado il cammino bianconero in Champions League. Allegri in conferenza stampa s’è detto soddisfatto, sugli spalti i tifosi hanno mugugnato. Chi ha ragione e chi ha torto? Parte seconda.
Atene. L’Olympiacos è una squadra mediocre, al massimo. L’ha dimostrato in ogni frangente, e tutto sommato in casa ha già perso contro l’Atromitos, non uno squadrone. Però giocare al Pireo non è semplice, soprattutto a livello ambientale, e la Juve invece deve vincere a tutti i costi.
Il secondo posto. Col pareggio di ieri la Juve non può comunque ambire al primo posto. Ricordiamo tutti bene come è andata l’ultima volta: Bayern Monaco e tutti a casa, perché quando due big si incontrano così presto una delle due per forza di cose deve salutare la competizione. Il primo posto non è un feticcio, è la storia della Champions lo dimostra.
Il passo indietro. L’anno scorso la Juventus ha strapazzato il Barcellona in casa e poi ha giocato una delle sue migliori partite stagionali al Camp Nou. Quest’anno ha perso in malo modo in Catalogna e non è riuscita a imporsi tra le mura amiche. Le gare dei gironi sono diverse da quelle a eliminazione diretta, e Allegri lo ha rimarcato, ma l’impressione che al momento i bianconeri non siano al livello dei blaugrana, a differenza di un anno fa, resta.
Dietro si è ballato comunque. Lo zero alla casella gol subiti rischia di ingannare. Il Barcellona ha colpito un palo (casuale, ma Paulinho avrebbe potuto ribattere comodamente in rete) e se Digne non si fosse divorato un’occasione clamorosa i catalani avrebbero sbloccato la partita in un momento critico. Tra le due squadre, il Barça è andato nettamente più vicino al gol e con maggior cinismo lo avrebbe pure trovato, segno che comunque c’è ancora parecchio da rivedere.
Le difficoltà in zona gol. La Juventus ha interrotto un periodo positivo casalingo, a livello di gol, che durava da 34 partite. Si è vista molto poco in area avversaria e non è mai andata davvero vicina alla rete, se non con Dybala nel finale, con un tiro dal limite. Non è il primo problema della lista, ma non è la prima volta che i bianconeri faticano a sbloccare la partita. E già che ci siamo: Mario Mandzukic, omaggiato dalla tifoseria, rischia di diventare un mezzo problema.