Barella: "Non ho paura di tradire. Via per ambizione, non per soldi"
In tanti credono che Nicolò Barella sia destinato ad essere uno dei migliori centrocampisti d'Europa, tant'è che già è riuscito a prendersi il centrocampo della Nazionale. A Cagliari è già un idolo, non potrebbe essere altrimenti. Così il classe '97 ne ha parlato ai microfoni di SportWeek, inserto de La Gazzetta dello Sport: "Sentirsi parte di un popolo non è un peso, ma un orgoglio. Più di altri gioisco delle vittorie e soffro nelle sconfitte. So che la gente vorrebbe sempre di più da me, ma deve sapere che, anche quando faccio male, ho dato tutto. Posso sbagliare un passaggio, mai l'atteggiamento"
Teme che una sua eventuale partenza possa essere considerata un tradimento?
"Non ho paura di questo, perché se dovessi andar via non sarà mai per soldi, ma solo per ambizione".
Per non perdere la rotta, quanto è servito diventare calciatore nel suo ambiente protetto?
"Io sono sicuro che resterò quello che sono anche se dovessi andare a giocare altrove. A me non interessano la Ferrari o il superattico. Mi tolgo i miei sfizi, ma non gioco a calcio per farmi la macchina bella. Quando guadagnerò abbastanza da permettermi la Ferrari, probabilmente la comprerò. Ma non vivo per quella. Ambiente protetto? A cambiarmi la vita sono stati i 6 mesi a Como, in B, due anni fa. Lasciai casa per la prima volta in compagnia solo di Federico e di Alessandro Beltrami, il mio procuratore".
Ci sta il paragone con Nainggolan?
"Ci sta per la comune interpretazione della partita: nessuno dei due molla niente. E ci sta nel modo in cui scivoliamo per recuperare palla. Ma lui ha più forza fisica".
È vero che tifa Inter?
"No. Ho sempre tifato Cagliari, ma in casa mia sono tutti interisti e quindi da bambino ero contento quando l'Inter vinceva".