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Belotti: "I 100 milioni non mi pesano. Dybala eccezionale, Sheva idolo"

Belotti: "I 100 milioni non mi pesano. Dybala eccezionale, Sheva idolo"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 28 aprile 2017, 22:152017
di Ivan Cardia

Andrea Belotti a 360°. L'attaccante del Torino lo farà domani su Sky Sport 1 nello speciale a lui dedicato. Dalle pagine di tuttojuve.com, ecco alcuni estratti della lunga intervista. A partire dalla clausola risolutiva da 100 milioni di euro: "Nel mondo di oggi ormai si parla di cifre esorbitanti. Vai a pagare tanti giocatori anche settanta, ottanta milioni, o arrivi anche ai cento. Ormai il mercato, il valore del mercato, si è alzato a dismisura rispetto agli ultimi anni. Questa cosa per me non è un peso, e nemmeno per mio papà, perché seguendo il mercato si sente parlare di cifre veramente eccessive: ci sono quelli che spendono cifre elevatissime e magari non gli cambia niente perché hanno i miliardi dietro. Però non mi sono mai soffermato a pensare alla pesantezza di questi cento milioni perché ho sempre pensato che il mio valore lo debba dimostrare sul campo ed è il campo che darà il giudizio e determinerà il mio valore".

Su Dybala.
"Paulo l’ho conosciuto nell’anno della Serie B. Si vedeva che aveva delle qualità eccezionali, dei numeri che vedi fare a pochi giocatori. Però in serie B non riusciva ad essere incisivo. Poi siamo arrivati in A, e mi ricordo che appena è iniziato il ritiro sembrava un giocatore che si era completato. Aveva acquistato una sicurezza dei propri mezzi, una personalità che gli ha permesso di fare tutto quello che sta facendo. Adesso lo sta dimostrando. Può arrivare lontanissimo perché è veramente forte. Ovviamente mi sarebbe piaciuto giocare con lui, ci sono state poche occasioni perché giocavano Vazquez e Dybala quell’anno a Palermo. Però da lui ho preso tanti insegnamenti perché è un ragazzo veramente bravo, un vero professionista, e quindi un po’ di rimpianto c’è, però sono cose che possono succedere nel calcio e va accettato tutto".

Sul tifo per il Milan.
"Correvo come un pazzo e sognavo di diventare come Shevchenko, perché Shevchenko era ed è rimasto un idolo. La sua fame in campo, la sua tranquillità e la sua capacità di essere professionista fuori. Ce ne sono stati pochi di giocatori che sono stati al suo livello. Io lo ricorderò sempre come un idolo. L’ho visto più che altro nei video, ogni tanto andavo a vedere qualche partita perché mi ci portavano mio papà e mio fratello, ma la maggior parte erano studiate da casa alla televisione. Non l’ho mai incontrato, però, c’è stata una sorpresa che mi hanno fatto la mia ragazza e il ragazzo che mi cura l’immagine: il giorno del mio compleanno mi hanno fatto avere un messaggio di auguri da parte sua. E mi ricordo che ero felice come un bambino, al punto che mi sono messo a piangere di gioia".

Sui paragoni.
"Ho sentito dire di tante somiglianze, però il mio pensiero è sempre lo stesso: credo che ogni giocatore sia diverso da tutti gli altri. O magari ci possono essere piccole caratteristiche in comune, ma ogni giocatore è unico nel suo genere, unico nelle proprie caratteristiche. Io sono Belotti e spero che un giorno possa essere ricordato da Belotti".

Il Mondiale.
"Il campionato del mondo è un sogno per qualsiasi giocatore, così come la Champions League. Sono le due cose che quasi tutti i calciatori penso sognino di poter vincere. La prima sensazione che ho avuto, quando ho varcato Coverciano da giocatore della Nazionale maggiore, è stata proprio l’unione del gruppo. Anche dopo un Europeo dove si è usciti in malo modo con la Germania, il gruppo non si è disunito, è rimasto ancora più compatto. Poi secondo me c’è stato un fattore importante, l’inserimento di giovani forti, che comunque può crescere ancora tanto grazie all’aiuto del mister e di quelli più esperti e un po’ più vecchi, che avendo vissuto tanto di calcio possono dare numerosi consiglio soprattutto ai più giovani per affrontare al meglio questo campionato mondiale".