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Borja Valero, quando stare zitti non ha valore patrimoniale

Borja Valero, quando stare zitti non ha valore patrimonialeTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
venerdì 7 luglio 2017, 14:302017
di Andrea Losapio

La Fiorentina sta per cedere Borja Valero all'Inter. Sei milioni più uno di bonus per il centrocampista spagnolo, un jolly per la formazione di Luciano Spalletti, che lascia Firenze dopo cinque anni. Ecco, la città è il nodo cruciale di questa faccenda, perché l'iberico non avrebbe lasciato la Toscana, al di là di un contratto che sarà più lungo: tre anni contro i due che aveva ancora in viola. Il problema è che la Fiorentina vuole e deve abbassare il monte stipendi, creando plusvalenze e ripartendo dopo anni di speranze e sacrifici: via Gonzalo Rodriguez, fuori Ilicic, Borja spedito, toccherà poi a Bernardeschi, verso la Juventus con già un'offerta ufficiale, e Kalinic, sebbene il Milan stia pensando alle alternative.

Ritornando fortemente sulla questione Borja Valero, i tifosi che si sono radunati sotto casa dell'ex Villarreal hanno spiegato chiaramente cosa significava, tecnicamente ma soprattutto emozionalmente, un addio a Firenze. Difficile pensare che sia una sua scelta, sebbene Spalletti lo volesse già un anno fa alla Roma, prima di non riuscire a conquistare la Champions League. Il messaggio è distorto, soprattutto dalla proprietà: che prima dice di non volere cedere nessuno, poi solo chi vuole andarsene, nel mezzo ammette che Borja Valero ha dimostrato attaccamento a Firenze, più avanti spiega che non lo ha mai messo sul mercato, infine lo cede all'Inter, come il segreto di Pulcinella meno segreto del mondo.

La dirigenza viola, da tempo, sta incappando in strafalcioni. Partendo dal Kalinic di questo inverno, passando per Salah, Joaquin, Benaloaune e Neto, Mario Gomez o Giuseppe Rossi, per concludere il ciclo con il Luca Toni pre Bayern Monaco, oppure il Mutu già ceduto alla Roma. Le telenovele sono all'ordine del giorno, in casa Fiorentina. Probabilmente non è il miglior modo per condurre cessioni o mercato, così come non lo è dare commissioni d'oro ai procuratori (molto, troppo) vicini alla società. Passerebbe tutto sotto silenzio se non ci fosse qualcuno che si sente di commentare ogni volta, dando la colpa ai giocatori, mercenari senz'anima. Ma, mai come questa volta, appare il contrario.