Cambi di panchina benedetti: solo Zenga peggiora il trend

All'inizio è stato Massimo Rastelli, l'ultimo Davide Nicola, con differenze enormi da un caso all'altro. Sono gli esonerati - o dimissionari - del mondo della Serie A in questa stagione. Ed è incredibile notare come, in quasi i tutti i casi, chi ha preso il comando del timone subentrando abbia fatto meglio del proprio predecessore. I sei cambi di panchina sono, di fatto, una benedizione per la Serie A attuale.

Il primo, appunto, Rastelli, sostituito da Diego Lopez. I tifosi cagliaritani auspicavano un cambio in panchina sin dai tempi della B, sono stati accontentati dopo otto giornate, sei punti fatti e una media di 0,75. Molto meglio Diego Lopez, con 11 punti negli stessi turni del predecessore che rappresenterebbero un ottimo cammino salvezza, a 1,37 punti a partita. Poi è toccato a Marco Baroni, reduce dall'epica e storica promozione del Benevento, che ha raccolto 0 punti in 9 gare: inutile parlare di media, mentre De Zerbi ha almeno pareggiato una partita in 7, con il gol di Brignoli.

Il bottone rosso di espulsione è stato schiacciato, nelle ultime quattro giornate, quasi compulsivamente. Juric dopo 12 gare è stato esonerato, Ballardini ha raccolto 7 punti in 4 match allontanandosi dalla zona rossa, pur non di molto. Molto bene l'Udinese che era già lontana dalle secche, ma che con Oddo ha trovato una nuova linfa offensiva: 2 punti a gara per l'ex Pescara, molto meglio rispetto all'1 di Delneri. Anche Gattuso sta facendo benino, anche se solo contro Benevento e Bologna: 4 punti in 2 partite e sesto posto conquistato. Tre in due tentativi per Iachini, chiamato dal Sassuolo dopo la sconfitta contro l'Hellas Verona. L'unico a peggiorare è stato Zenga, prendendo il posto del dimissionario Nicola: 0 punti su 1 tentativo con il Crotone, ma è ancora molto (troppo) presto per dare una proiezione significativa.