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Conte e il solito copione. Ora è il momento giusto per andare al Real

Conte e il solito copione. Ora è il momento giusto per andare al RealTUTTO mercato WEB
© foto di Imago/Image Sport
giovedì 18 ottobre 2018, 14:392018
di Raimondo De Magistris

Quando Antonio Conte nell'estate 2011 salì al volo sul treno Juventus prese in mano una squadra che era reduce da uno dei periodi peggiori della sua storia recente. Era una Juventus che ancora pativa lo scandalo Calciopoli, nemmeno paragonabile a quella che adesso - dopo sette Scudetti consecutivi - parla della vittoria della Champions League senza remore né timori. Il campionato precedente, con Delneri in panchina, era stato una catastrofe: settimo posto finale. Un piazzamento non da Juventus che portò Exor e Andrea Agnelli a cambiare tutto, a partire dall'assetto societario. Nuovo allenatore, ma anche nuovi dirigenti.
Conte, partendo dal punto più basso, riuscì a tirar fuori dalla squadra il 120%. La sua ferocia e la sua determinazione permisero alla Juventus già nella stagione successiva di tornare sul tetto d'Italia, di conquistare lo Scudetto. Un trionfo insperato, sicuramente il più difficile degli ultimi sette. Dopo quella vittoria arrivarono altri due anni di trionfi in Italia e proprio il lavoro di Conte è stato la base per permettere alla Juventus di vincere e migliorarsi costantemente anche dopo il suo addio.

Quando nell'estate 2014 Antonio Conte arrivò alla guida della Nazionale l'Italia era reduce da uno dei peggiori Mondiali della sua carriera. Allora non poteva ancora sapere che quattro anni dopo al Mondiale nemmeno ci sarebbe andato, ma in Brasile la figura fu a dir poco barbina: l'illusoria vittoria contro l'Inghilterra, la disastrosa sconfitta con la Costa Rica e il successivo ko contro l'Uruguay per salutare fin da subito la competizione. Dopo il Brasile serviva un uomo forte e Tavecchio decise di puntare tutte le sue fiches su Conte, che con un gruppo non migliore di quello del 2014 è riuscito a giocare un Europeo più che decoroso. Una competizione applaudita da pubblico e critica, nonostante l'eliminazione ai quarti di finale.

Quando nell'estate 2016 il Chelsea decise di puntare su Antonio Conte era reduce da una Premier League conclusa al decimo posto. Quella precedente, era stata l'annata della fine del Mourinho bis e del traghettatore Hiddink, che non riuscì nella seconda parte di stagione a fare meglio dello Special One. Conte, chiamato a ricostruire dalle macerie, è stato in grado di riportare subito il Chelsea sul tetto d'Inghilterra grazie a una squadra che scendeva in campo rispecchiando alla perfezione il suo mentore.

Quando Conte si ritroverà a raccogliere (come molto probabile...) l'eredità di Lopetegui la situazione potrebbe essere non troppo diversa da quelle precedenti. Dopo aver vinto di tutto e di più in due anni e mezzo con Zidane in panchina e CR7 in campo, il Real Madrid si trova in un periodo di quasi fisiologica difficoltà. Julen Lopetegui, ingaggiato in fretta in estate dopo l'inaspettato dietrofront di Zizou e una interminabile serie di rifiuti, non sta infatti riuscendo a incidere ritrovandosi invischiato in tutta una serie di problematiche (come quella del gol) che ai tifosi merengues e a Florentino Perez erano ormai sconosciute da anni.
Il Real dopo aver vinto tutto deve rifondare e rifondarsi. Una sfida molto allettante per Conte, che in estate aveva rifiutato il Real e che adesso potrebbe dare risposta diversa. Perché in estate con la squadra che stava ancora festeggiando titoli e coppe era tutto rose e fiori. Adesso, invece...