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Contento ma non mi accontento: DiFra, la chiesa al centro del villaggio

Contento ma non mi accontento: DiFra, la chiesa al centro del villaggioTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
lunedì 20 novembre 2017, 12:002017
di Ivan Cardia

"Sono contento ma non mi accontento". Prima e dopo la sfida con la Fiorentina, l'ultima prima della sosta per la Roma, Eusebio Di Francesco chiariva così il suo pensiero sul percorso della squadra, capace di sorprendere chi la immaginava meno competitiva rispetto al passato. Un po' più contento, Di Francesco lo sarà di sicuro, a due giorni dal primo derby giocato e vinto da allenatore della Roma. Nel lunedì di quella che per lui potrebbe essere una delle settimane più belle di sempre. A Roma, quando vinci il derby, non vivi giorni qualunque: ti fermano per strada, ti ringraziano, ti guardano con occhi diversi. Se poi sei a un passo dal conquistare l'accesso agli ottavi di finale di Champions League, in un girone che ti mette di fronte Atlético Madrid e Chelsea, gli occhi diventano quelli dell'amore. Ammettiamolo: nessuno, ad agosto, immaginava una Roma così convincente. Il passaggio di testimone da Spalletti a Di Francesco lo si immaginava più traumatico, le cessioni di Rüdiger, Paredes e soprattutto Salah facevano pensare che i giallorossi avessero fatto un netto passo indietro rispetto al passato.

E invece, al 20 novembre, la Roma è una delle squadre più complete e convincenti del nostro campionato. La squadra di Di Francesco vanta la miglior difesa del campionato con soli 8 gol subiti, 30 punti in 12 giornate, un virtuale -2 dal Napoli capolista (ma c'è la Sampdoria a Marassi di mezzo, occhio a sottovalutare i blucerchiati). E in Europa è, appunto, la squadra che ha fatto meglio fra le tre italiane impegnate in Champions, peraltro nel girone più difficile della competizione. Numeri alla mano, la Roma non partiva così forte dalla stagione 2013/2014, la prima con Rudi Garcia in panchina, quella in cui il tecnico francese rimetteva la chiesa al centro del villaggio. Un po' quello che ha fatto Di Francesco: ha fatto poche cose, ma semplici. Dare centralità ad alcuni giocatori chiave, recuperare elementi molto sottovalutati, responsabilizzare chi è rimasto dopo il calciomercato. Oggi, EDF potrebbe dirsi ancora più contento, ma non ancora accontentato: ha creato un giocattolo che vince e convince, pensavamo avesse una buona berlina e invece sta guidando una fuoriserie. Ha un derby vinto alle spalle, ha riportato la Roma a un passo dalla vetta del campionato, ha un un girone di Champions League da poter vincere: per accontentarsi c'è ancora tempo.