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Da Oliveira a Pato, il Brasile terra di rilancio per gli ex della Serie A

Da Oliveira a Pato, il Brasile terra di rilancio per gli ex della Serie A
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
lunedì 10 agosto 2015, 08:302015
di Gaetano Mocciaro

Il campionato brasiliano è storicamente la più grande fucina di talenti al mondo. Fino agli anni '80 i migliori costruivano persino gran parte della loro carriera in patria. Oggi lo scenario è molto più desolante: la Seleçao ne è lo specchio di un movimento in crisi: quarta e umiliata ai Mondiali dello scorso anno giocati in casa, eliminata ai quarti di Copa America contro il non certo irresistibile Paraguay. Il Brasileirao di quest'anno, scorrendo la classifica dei marcatori, è piuttosto indicativo circa la situazione attuale. Nelle prime 15 posizioni diverse sono le vecchie conoscenze del calcio italiano, fra chi doveva esplodere e non ce l'ha fatta, chi non ha lasciato il segno e chi ha fallito miseramente.

A dominare nel computo delle reti segnate è Ricardo Oliveira, oggi 35enne e bomber del Santos. Al Milan fu chiamato per sostituire Shevchenko e fu un disastro completo. Un anno in rossonero, per poi girare fra Spagna, Brasile e paesi arabi.

Dietro Oliveira una coppia che ha vissuto la Serie A con risultati contrastanti: Pato ha regalato al Milan grande calcio, salvo cadere dopo un paio d'anni in una spaventosa serie di infortuni, costringendo il club alla resa e alla cessione. Nemmeno una gioia, invece, ha regalato l'argentino Lucas Pratto: El Camello arrivò al Genoa con tutti gli onori che si devono a un grande acquisto, ma una rete appena in 13 incontri portano all'immediata cessione.

Altro argentino, Jonathan Cristaldo: grandi promesse in patria, poi una buona esperienza in Ucraina, infine la chance al Bologna col misero bottino di 4 reti in 28 partite. E l'addio a fine stagione.