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Dg FIGC: "Non potevamo fare niente per evitare il caso Milan"

Dg FIGC: "Non potevamo fare niente per evitare il caso Milan"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 2 luglio 2018, 10:152018
di Marco Conterio

Il direttore generale della FIGC, Michele Uva, commenta a Radio Anch'io lo Sport su Radio 1 il Mondiale di Russia 2018. "Il calcio è meraviglioso, dà risultati mai scontati. E' bello vedere il calcio, spiace chiaramente che non ci sia l'Italia. Stiamo passando un'estate diversa, il fascino delle partite è però sempre alto. E' importante aver analizzato e individuato le cause per l'assenza dal Mondiale e vogliamo fare in modo che non accada più. Tavecchio dice che con Conte saremmo al Mondiale? E' stato un grande ct, con difficoltà all'inizio, poi è entrato a pieno nel ruolo ed è stato un grande tecnico. Però non saprei, della sua 'offerta' non so niente e non è arrivata negli uffici della Federazione. Il decreto dignità sulle scommesse? La ludopatia va combattuta con tanti altri mezzi, il nostro advisor ha chiuso un accordo con un'agenzia di scommesse riconosciuta in Italia. Personalmente credo sia giusto combattere la ludopatia con programmi specifici. Mancini? Il contratto è di 4 anni, c'è una clausola di uscita dopo 2 in caso di mancata qualificazione all'Europeo che chiaramente nessuno si augura. C'è un progetto lineare, quel che facciamo ora lo raccoglieremo tra 6-8 anni. Il FFP? La Roma e l'Inter non erano adempienti, la Uefa gli ha dato un percorso e lo stanno rispettando in modo straordinario. Nei prossimi anni le regole saranno ancora più rigide, e varranno per tutti, Milan compreso. Il Milan, ora ha le possibilità di presentare le proprie ragioni al TAS dopo che la UEFA non ha considerato il suo un percorso virtuoso per le regole del FFP.

La FIGC non può fare niente, il vicepresidente della Uefa a maggior ragione. Da un punto di vista politico non parliamo di peso politico. Cosa farà il TAS? Da tifosi italiani ci auguriamo che ci siano i presupposti per rivedere il Milan in Europa League. Nel caso non dovesse essere così, sarà un momento di riflessione: le regole vanno sempre conosciute e rispettate. I controlli? Sopra di noi ci sono delle leggi dello Stato. Il passaggio di quote da un proprietario a un altro non può essere controllato dalle leggi dello Stato e la FIGC non ha poteri investigativi finanziari sui flussi. Noi abbiamo messo una regola con Tavecchio su chi comprava più del 10% delle quote ma di natura generale, ovvero su pendenze penali, su problemi di natura finanziaria, deve avere una lettera di patronato di due banche. Di più non potevamo fare, se uno volesse comprare quote di un club non potremmo impedirlo. Il caos plusvalenze? Quel che è sotto indagine dalla Procura non può essere giudicato o commentato dal sottoscritto. Ci sono stati casi di club coinvolti da analisi per questi percorsi e mi pare che non si sia arrivati a sentenze negative. I conti dei club italiani stanno migliorando, sono preoccupato dall'aumento delle plusvalenze. Può dipendere, però, da vari fattori: i club stanno cambiando profilo da società di business-entertainment a club che fanno trading sui giocatori. Ci sono società che investono sui settore giovanili, che li formano a zero dal punto di vista bilancistico e li vendono. Non è un fattore preoccupante o un dato negativo, la Procura vedrà se ci saranno violazioni dei regolamenti sportivi".