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esclusiva

Abreu e un record da pazzi: "26 squadre? Ho ancora fame"

ESCLUSIVA TMW - Abreu e un record da pazzi: "26 squadre? Ho ancora fame"
© foto di Imago/Image Sport
venerdì 29 dicembre 2017, 11:002017
di Giacomo Iacobellis

Comunque vada, sarà un successo. Sebastian Abreu ha deciso di rimettersi in gioco ad alti livelli. Nonostante i suoi 41 anni, d'altronde, "El Loco" non vuole neanche saperne di appendere le scarpette al chiodo. Non era forse sufficiente aver trascinato a suon di gol ben venticinque squadre in undici Paesi differenti. Abreu ha alzato la testa (dall'alto dei suoi 190 cm), ha guardato avanti e anche stavolta si è posto un nuovo traguardo all'orizzonte. E' così, come raccontato dallo stesso attaccante uruguaiano in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, che qualche giorno fa è nata l'idea di firmare coi cileni dell'Audax Italiano, il suo 26° club in carriera, con un trasferimento che gli ha consentito di battere il record del tedesco Lutz Pfannenstiel, che tra il 1991 e il 2011 si era "fermato" a quota 25 squadre.

Abreu, che sensazioni ha dopo la firma con l'Audax Italiano?
"Sono davvero felice. L'obiettivo, come sempre, è fare bene e lasciare il segno. Mi sto già preparando per raggiungere i tanti obiettivi fissati dal club sia in campo nazionale che in campo internazionale. Sarà un'altra grande esperienza giocare nella massima serie cilena".

L'Audax Italiano è il 26° club della sua carriera: che effetto le fa aver stabilito uno dei record più "pazzi" del calcio?
"Ci ho riso anche io. Sono contento di aver rappresentato così tante squadre durante la mia lunga carriera. Ognuna di queste mi ha dato qualcosa di speciale, così come io ho cercato di onorare sempre la maglia che indossavo. Lascio però che a parlare del record siano i media, io preferisco concentrami sul campo. Ho una voglia matta di ricominciare".

Con questo record, e non solo, ha indubbiamente scritto una pagina di storia. Le sarebbe piaciuto dichiarare amore eterno a una sola squadra?
"Non saprei. Non è stato premeditato il fatto di cambiare così tante squadre. La mia carriera è andata così e sono orgoglioso di tutte le esperienze che ho vissuto. Dall'Uruguay all'Argentina, passando per Spagna, Brasile, Messico, Grecia, Israele, Ecuador, Paraguay fino a El Salvador e Cile, ho segnato centinaia di gol e vinto otto titoli nazionali".

Tra tutti questi Paesi, in passato ha avuto per caso anche la possibilità di giocare in Italia?
"Purtroppo l'Italia mi manca. Non ho avuto occasione. Peccato, perché mi sarebbe davvero piaciuto".

Dopo tanti anni dall'inizio della sua carriera, qual è il momento che ricorda con maggiore piacere? Forse il famoso cucchiaio su rigore contro il Ghana nel Mondiale del 2010?
"Quel rigore è sicuramente un ricordo bellissimo, così come la vittoria della Copa América nel 2011, ma la mia carriera è cominciata nel lontano 1994 col Defensor Sporting Club e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Oggi, a 41 anni, amo ripensare sopratutto ai miei primi passi da calciatore, le prime partite tra i professionisti, i primi gol e le prime convocazioni con la Celeste. Quelle sono emozioni che ti restano per sempre dentro".

Il prossimo obiettivo è vincere con l'Audax Italiano per arrivare poi a quota 27 squadre?
"Non scherziamo (ride, ndr). L'obiettivo è sempre uno solo: restare competitivo e continuare a segnare. Sono reduce da una buona stagione al Puerto Montt nella Segunda División cilena e sono pronto a confermarmi anche in questa nuova avventura per portare la mia squadra il più in alto possibile".

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