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esclusiva

Campbell-Frosinone. Morelli: “Decisiva una chiamata di notte”

ESCLUSIVA TMW - Campbell-Frosinone. Morelli: “Decisiva una chiamata di notte”TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 20 agosto 2018, 14:572018
di Ivan Cardia

Joel Campbell al Frosinone: nell’estate di Cristiano Ronaldo, la Serie A si è regalata tanti nomi esotici: un po’ come se Football Manager avesse preso possesso della realtà. Gervinho al Parma, o Srna al Cagliari, per esempio. O ancora, appunto, l’attaccante costaricano classe ’92, approdato in Ciociaria dall’Arsenal. Come un fulmine a ciel sereno: “Un fulmine notturno, magari - spiega a TMW Vasco Morelli, che con Umberto Riva ha curato l’intermediazione della trattativa - perché è stata decisiva una chiamata alle 2 di notte”.

Ci racconti di più.
“Semplice: conosco Marco (Giannitti, il ds del Frosinone, ndr) da più di 20 anni. Stavamo lavorando per diversi profili, il Frosinone cercava un innesto internazionale ed erano state seguite altre soluzioni, poi ci è venuta l’idea Joel Campbell”.

Come avete pensato a lui?
“Giannitti lo seguiva da diversi anni, io sapevo che Umberto Riva conosceva Joaquim Batica, il suo agente. Ho chiamato lui, siamo stati bravi nell’essere veloci. Anche di notte, come dicevo prima: Giannitti mi ha chiamato alle 2, ci siamo messi in contatto con Umberto e l’agente, la mattina del 14 sono venuti a Roma”.

Un incontro che, di fatto, è stato decisivo.
“Il direttore è stato bravo a illustrargli il progetto del Frosinone: Batica aveva in piedi almeno altre due opzioni a livello internazionale, ma una volta che si è reso conto del progetto del Frosinone ha iniziato a prendere consapevolezza che potesse essere quello giusto. Poi c’è stata anche la ciliegina sulla torta”.

Cioè?
“L’arrivo del presidente Stirpe, che ha dato il benestare su tutto. La società mi ha poi chiesto di iniziare a prendere i primi approcci diretti con l’Arsenal, fino alla telefonata decisiva tra Stirpe e la dirigenza dei Gunners. A quel punto la trattativa si è chiusa, con tanto di complimenti dal club inglese per il modo in cui è stata condotta”.

La domanda che molti si saranno fatti: Joel Campbell conosceva Frosinone?
“Diciamo che è stato facile raccontarglielo, tramite il suo agente. È stato importante farlo venire a Frosinone, illustrargli i programmi della società nei prossimi anni e quello che è stato fatto finora, a partire dallo stadio. Sono confluite tante cose favorevoli verso la buona definizione della trattativa”.

Il nome è di grido. Le ultime stagioni di Campbell, però, non entusiasmano.
“Non dimentichiamo che quando è arrivato all’Arsenal ha fatto 30 partite in Premier con i Gunners ad alto livello, a 22 anni. Poi ha iniziato a girare in prestito, forse troppo ma sempre in squadre di primissima fascia. Ha sempre disputato campionati di buon livello. Questo potrebbe essere l’anno della svolta, questo sì: ha 26 anni, è nel momento migliore dal punto di vista fisico. Viene da un Mondiale, dove ha giocato anche da titolare, si è sempre allenato: sono convinto che sarà utile alla causa del Frosinone”.

Parlavamo di altri profili internazionali. Il Frosinone è stato accostato a Lucas Perez: ha trattato anche per lui?
“Non direttamente, anche se ho sentito qualcosa. Tre anni fa ho fondato la B&A Sport: collaboriamo con la Midas Sport Management, che opera nel Regno Unito, ragion per cui abbiamo valutato diversi nomi sia di Premier League che di Championship. Una società come il Frosinone non poteva sbagliare e sono convinto che non abbia sbagliato”.

Arsenal e Frosinone in trattative, onestamente, non li avremmo mai immaginati. Mondi molto diversi.
“Beh, posso dire che l’Arsenal ha fatto i complimenti alla società per come è stata condotta la trattativa, più di una volta. È stata condotta molto bene, e poi credo che sia un buon momento storico per lavorare tra Italia e Inghilterra.

Ultima domanda: gli stipendi dell’Arsenal non sono noti per essere economici. È stato difficile trattare a livello economico?
“Abbiamo iniziato a impostare la trattativa consapevoli di quali fossero i parametri dell’Arsenal e del giocatore. Naturalmente c’è stato bisogno di mediare, ma da parte di tutte le componenti c’è stata la disponibilità a capire che era necessario venirsi incontro”.

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