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Lo Bello: "Rocchi in tv, come mio padre: è stato onesto"

ESCLUSIVA TMW - Lo Bello: "Rocchi in tv, come mio padre: è stato onesto"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 21 ottobre 2014, 16:042014
di Marco Conterio

No, parlare con Rosario Lo Bello non è discutere di calcio con uno uomo di sport qualunque. Sport, già. Perché è un po' il filo conduttore della vita di uno dei più celebri fischietti nostrani, figlio del grande Concetto Lo Bello, ma altrettano direttore di gara tra i più noti dei tempi recenti. Così discute di tutto, spaziando da ciò che di grande ha lasciato in eredità Artemio Franchi all'Italia sino ad aneddoti gustosi. Come quello su suo padre che, ad inizio anni '70, andò in televisione per spiegare i discussi fatti di uno Juventus-Milan. Come fatto, ieri, da Gianluca Rocchi dopo la chiacchieratissima Juventus-Roma. "Gianluca è stato onesto". L'esordio è sincero, in esclusiva a Tuttomercatoweb.com e ricco di conoscenza della materia. Anche della materia Rocchi visto che, pur non professandosi 'maestro' e 'scopritore', Lo Bello è stato colui che nel suo unico anno da designatore ha lanciato proprio il fischietto toscano insieme a Damato, Celi e Gava.
Flashback: ripartiamo dall'ospitata di suo padre.
"Inizio anni '70, dopo uno Juventus-Milan, mio padre Concetto venne invitato alla Domenica Sportiva. C'erano Sassi e Pizzul, allora Vitaletti era il tecnico che manualmente azionava le pellicole per il replay e quello fu il primo caso nella storia di un invito in tv. C'era stata una trattenuta di Morini su Bigon, tanto discussa e tanto chiacchierata".
Ammise l'errore?
"Riparto da ieri. Gli arbitri per regolamento non possono ammettere un errore. Si può dire 'non ho visto bene', 'non l'ho presa bene', perché l'ammissione dell'errore invaliderebbe la partita, visto che la gara si può ripetere solo per errore tecnico altrimenti va omologata. Il giudice diventa il notaio della partita: di fatto, è stata giocata, incide l'imprimatur. Per la burocrazia no".
Par di intravedere un 'no', alla domanda precedente.
"Mio padre disse 'lei si aspetterà che io dica che ho sbagliato. D'altra parte, il giocatore, è stato più furbo di me, che non avevo la moviola'. Di fatto, ieri sera, Gianluca, non ha detto di aver sbagliato, ma ha ammesso 'non è stata la mia miglior partita'.

Così fece mio padre, così ha fatto lui".
Deo gratias, un arbitro parlante, finalmente.
"Hanno aspettato 31 anni perché un arbitro, finalmente, potesse dire 'sono un umano'. Infatti lui ha pure aggiunto 'avrei potuto fare di meglio', ma non mi stupisce. Gianluca è stato sincero ed in fondo lo sapevo perché l'ho scoperto. Ma non lo scriva...".
L'ho fatto.
"E' stato schietto. Ho condiviso tutto a pieno: ha ammesso di essere un istintivo. A me una volta, all'Olimpico, accadde una cosa simile: un pallone deviato, ero sulla diagonale e vidi uscire un braccio. Chi sarà stato? Attaccante o difensore? Non si vedeva nulla e la palla stava uscendo dall'area...".
La palla usciva... Il difensore?
"No, l'attaccante. Io fischiai rigore... Sa come mi salvai? Il portiere della Roma era Paolo Conti e la domenica successiva andò in Nazionale. Mi disse 'ha dato rigore' e, sorridendo, risposi 'l'ha parato ed è andato in Nazionale, siamo pari'".
Episodi così sono impossibili da vedere.
"Questi sono episodi che si sommano in un campionato, Rocchi è stato sfortunato perché si sono sommati tutti in una gara. Ha visto Maicon dentro, ha vinto un altro rigore: dentro al campo, l'arbitro ragiona e decide, ma vive d'istinto. Rocchi ha detto la verità, tutti i grandi arbitri sono istintivi, sentono il profumo del fallo. Preferisco chi sbaglia, la prossima Gianluca farà una grande partita".

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