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Perotti uomo derby, il 1° Presidente: "E dire che nessuno lo voleva"

ESCLUSIVA TMW - Perotti uomo derby, il 1° Presidente: "E dire che nessuno lo voleva"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
domenica 19 novembre 2017, 08:302017
di Giacomo Iacobellis

"Diego Perotti è stato una benedizione di Dio". Si commuove ancora oggi il presidente del Deportivo Morón Alberto Meyer, quando ricorda i primi passi nel calcio di Diego Perotti. E' nel modesto club della provincia di Buenos Aires, infatti, che "El Monito" è cresciuto e ha esordito tra i professionisti. Per saperne di più sulle origini del protagonista assoluto del derby della capitale, all'indomani del successo della Roma, TuttoMercatoWeb.com ha intervistato proprio Meyer, tornato al timone del "Gallo" lo scorso anno dopo la lunga parentesi tra il 2004 e il 2010.

Meyer, dopo la Nazionale la settimana di Perotti si è chiusa con una prestazione maiuscola nel derby. La sorprende il suo momento d'oro?
"No, affatto. Diego è diventato un grandissimo calciatore. Ormai è una certezza del nostro calcio e anche di quello italiano. Sono davvero felice che ieri abbia deciso una partita difficile e importante come il derby facendo quello che sa fare meglio: un gol e un assist. Da argentino è bello poi che sia tornato a vestire la maglia dell'Albiceleste, se la merita".

Traguardi meritati, che premiano un percorso di crescita strepitoso.
"Assolutamente. Ricordo ancora quell'adolescente flaquito che giocava da noi. Era basso, molto esile fisicamente e reggeva poco i contrasti, ma col pallone tra i piedi faceva già quello che voleva".

Ci racconta il suo esordio in prima squadra?
"Siamo stati il primo club a dargli totale fiducia. Il Boca Juniors e tante altre squadre più blasonate lo sottovalutavano, ma per un club di Tercera División come il Deportivo Morón avere Perotti era una benedizione di Dio. Così, dopo tanti provini e tante delusioni, nella nostra cantera Diego ha ripreso coraggio ed è maturato fino a esordire in prima squadra, a 17-18 anni, nel 2006".

Poi, dopo una stagione da protagonista al Deportivo Morón, la chiamata del Siviglia.
"Sì, vari club si erano interessati, soprattutto alla luce della sua convocazione nell'Under 20 della Nazionale. Quella sì che fu una bella vetrina per lui. Nell'estate del 2007 il Siviglia se lo assicurò per una buona cifra e lo mandò a farsi le ossa nella sua seconda squadra. Da lì la carriera di Diego ha avuto uno slancio incredibile".

Si sarebbe mai aspettato di vederlo giocare a questi livelli?
"Si vedeva chiaramente che Perotti aveva delle qualità fuori dal normale: tecnica, corsa e dribbling. Dentro di me ho sempre saputo che sarebbe potuto arrivare lontano. Adesso speriamo che vada al Mondiale, sarebbe un traguardo straordinario per lui e anche per il nostro club".

Cosa significa per il Deportivo Morón aver lanciato un talento simile?
"E' una sensazione meravigliosa. Perotti, ma anche Hugo Campagnaro, sono il nostro fiore all'occhiello. Entrambi sbocciati nel Deportivo Morón, entrambi grandi protagonisti in Europa e con la Nazionale. Fanno parte della nostra storia e mi rendono davvero orgoglioso".

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