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esclusiva

Ujkani: "Il mio Kosovo finalmente a casa. Saremo grandi"

ESCLUSIVA TMW - Ujkani: "Il mio Kosovo finalmente a casa. Saremo grandi"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 17 ottobre 2018, 19:192018
di Marco Conterio

Samir Ujkani è arrivato in Italia nell'estate del 2007 e l'ha lasciata in quella del 2018. Una vita calcistica ma pure una vita. E basta. Perché il portiere kosovaro dice a cuore aperto da Rize, Turchia, dove è volato per essere il nuovo portiere del Rizespor, "mi manca l'Italia". Poi, a Tuttomercatoweb.com, specifica che "mi manca la vita perché l'Italia per tanti anni è stata la mia di vita. Però avevo bisogno di cambiare paese. Sto conoscendo una Nazione con una mentalità diversa ma spero di tornarci a fine carriera. Adesso ho trent'anni, qui ho tre anni di contratto: la mia storia calcistica vorrei terminarla in Italia. Sono cresciuto all'Anderlecht, in Belgio, ma la mia vita da portiere è stata da voi".
Anno nuovo, squadra nuova, già due tecnici. Adesso la allena una vecchia conoscenza del calcio italiano come Okan Buruk.
"Col nuovo tecnico è cambiato tanto a livello di piglio, grinta. Ha la mentalità italiana, sta lavorando bene. Sono certo che il mister potrà far bene anche in Serie A, se dovesse averne un giorno l'opportunità: parla correntemente italiano, ha idee italiane ma una mentalità internazionale".
A proposito di 'internazionale'. Il suo Kosovo è in testa al suo girone di Lega D di Nations League ma ha fallito un'occasione ghiotta contro le Far Oer.
"Abbiamo sprecato un'occasione ghiotta, è vero, ma andare là a vincere non era facile. Campo sintetico, freddo incredibile: da noi erano 24 gradi, là 6. Ci mancavano tre titolari, non era semplice però abbiamo buttato via la partita, non c'è dubbio. Abbiamo sbagliato gol e ci hanno segnato in contropiede".
Però restate in testa.


"Esatto: siamo primi in classifica e non è solo questo: giochiamo a calcio, proviamo a impostare da dietro, cercando soluzioni intelligenti".
Con una rosa peraltro giovanissima.
"Diciannove, venti, ventuno: per i nostri ragazzi non è facile giocare con queste responsabilità ma hanno qualità importanti. Nel 2020 possiamo diventare una Nazionale capace di andare a un Mondiale".
Ci siamo sentiti prima della prima storica partita del Kosovo a livello internazionale. Era il marzo del 2014. Quanto siete cambiati da allora?
"Siamo cresciuti come squadra, i ragazzi altrettanto come singoli. Prima avevano dieci partite giocate in carriera, adesso ottanta. L'esperienza sta crescendo, anche la Federazione lo sta facendo tanto. Prima giocavano in Albania, senza un nostro stadio, adesso le ultime due abbiamo giocato in Kosovo per la prima volta".
C'è solo da immaginare l'emozione.
"Assurdo. Dopo un'ora e mezzo sono stati venduti i 13mila biglietti per due partite. E' stato pazzesco, non potevamo neanche prenderli per i familiari. Il nostro sogno era giocare in casa e ci siamo riusciti".
Con lei anche Berisha, talento arrivato in estate alla Lazio.
"E' un grandissimo giocatore, che ha già fatto vedere in Europa League le sue qualità. La Lazio ha fatto un grande acquisto, può trovar posto presto ma i primi sei mesi per gli stranieri non è facile. Deve prendere la mentalità della squadra, deve ambientarsi, lui ha firmato per tanti anni e i tifosi devono aspettarlo. Si farà ben volere fuori e dentro al campo".

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