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Zanone: "A metà mondiali Rossi mi disse: Se va male, vacanze di nascosto"

ESCLUSIVA TMW - Zanone: "A metà mondiali Rossi mi disse: Se va male, vacanze di nascosto"TUTTO mercato WEB
sabato 12 dicembre 2020, 18:12Serie A
di Lorenzo Marucci

Nicola Zanone è stato uno dei veri fraterni amici di Paolo Rossi. Un legame indissolubile nato negli anni '70 quando Pablito approdò alla Juve e trovò proprio Nic, altro attaccante di gran talento, con un mancino che incantava. Si incontrarono poi per un'altra sola stagione da compagni di squadra, al Vicenza, ma dopo la carriera non si sono mai persi di vista. Anzi. In estate, in Versilia, era il momento in cui si ritrovavano, guardando avanti ma anche ripercorrendo il tempo passato. Parlando con Zanone emergono tanti episodi inediti, ricordi che affiorano a getto continuo, da ascoltare e apprezzare. "Ci sarebbe da parlare un anno di fila di Paolo - racconta a TMW - Ci siamo conosciuti una cinquantina di anni fa: ero negli esordienti della Juve e a quei tempi si giocava un torneo a Santa Lucia a Prato, la sua città natale. Eravamo ragazzini di 12 anni e noi con la Juve eravamo lì per quell'evento. E ci incontrammo da avversari. La Juve aveva mandato Italo Allodi a seguire quelle partite e Paolo si fece notare subito per le sue qualità. Anche io riuscivo a vedere se c'era chi aveva doti superiori alla media e mi ero reso conto che aveva qualcosa di più degli altri. Poi continuai la mia stagione in bianconero e lui alla Cattolica Virtus ma Rossi fu subito scelto da Allodi e me lo ritrovai così l'anno dopo a Torino. Lì iniziò la nostra amicizia che continuò poi per sempre e si allargò anche alle nostre famiglie. Con Paolo ho avuto poche occasioni di giocare insieme con continuità anche perchè veniva spesso operato ad un menisco. Ebbe tre interventi al menisco nel giro di poco tempo e non erano operazioni di poco conto, a differenza di adesso. Ci si frequentava nel periodo estivo in Versilia e l'amicizia si consolidò. Quando andammo in prima squadra per un periodo eravamo ospiti a casa di Scirea, poi Boniperti ci chiamò e lui fu mandato al Como e io a Brindisi. Conoscemmo in quel periodo anche Tardelli con cui siamo poi diventati grandi amici.

Che cosa ricorda dei vari viaggi fatti insieme?
"In effetti sono sempre stati tanti, in Italia e all'estero. Ma ricordo un particolare legato all'82, quando divenne campione del mondo e io ero alla Samp. All'epoca era sposato con Simonetta e lei si trovava qui in Versilia. Guardavamo le partite del Mondiale che per lui era iniziato in modo negativo. Ci telefonava quasi tutti i giorni e lui con la sua simpatia e sincerità disse: "Se continua così, le vacanze bisogna farle di nascosto da qualche parte". E invece poi Paolo ebbe una trasformazione e fu protagonista assoluto. E diventò difficile trovare un posto tranquillo per lui che era riconosciuto ovunque, era famosissimo dappertutto. Io come dicevo giocavo nella Samp e il presidente Mantovani un giorno mi chiamò invitandomi con Paolo a Cap d'Antibes dove aveva una sua residenza. "Lì potete fare una vacanza serena e tranquilla", mi disse. Andammo lì e fu un periodo molto bello. Paolo continuava ad essere sempre disponibile, speciale e semplice. Ricordo anche che un giorno uscimmo dalla villa per fare un giro nel centro: passeggiando, Paolo trovava persone che lo riconoscevamo ma ad un certo momento ci fu il tempo anche per un episodio davvero curioso. Ci fermarono due belle ragazze che ci chiesero un'informazione. Erano straniere e dissero: "Ma voi siete italiani? Ah voi siete campioni del mondo, con Paolo Rossi..." Ce lo avevano davanti, ma non lo avevano riconosciuto. E Paolo poco dopo se ne uscì con una delle sue battute e disse scherzando: "Una volta che avrei voluto mi riconoscessero non mi hanno riconosciuto". Ma era appunto una semplice battuta. Un'altra volta, molto più avanti nel tempo, andammo in Svizzera per un torneo over35 e ci ritrovammo a cena in un ristorante con il presidente del consiglio Andreotti che era amico di uno degli organizzatori. Passammo una serata con lui, ho questo ricordo di una persona gentile e simpatica con me e con Paolo. Era tifoso della Roma, parlavamo molto di calcio, si vedeva che ci capiva ed era molto appassionato"

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