Gattuso, l'ultimo dei colpevoli. Perché bruciarlo così?

Come fa un ex cuore rossonero a non coronare il sogno di una vita? E' questa la domanda da porsi prima di addentrarsi sulle analisi, ovviamente parziali, su Gennaro Gattuso. Un discorso che nel recente passato è valso anche per allenatori come Brocchi, Seedorf e Filippo Inzaghi.
Il cuore quando arriva una proposta del genere non può che dire si, anche se razionalmente quella può essere la scelta peggiore possibile. Ma quando ti chiama il Milan, giustamente, non guardi oltre il palmo della mano. Provi a giocartela, poi quello che verrà sarà valutato solo dopo. E quasi sempre, dopo viene una carriera che deve ripartire da zero.

E allora la domanda deve essere posta a chi è più in alto. Ai dirigenti: perché decidere deliberatamente di bruciare un allenatore come Gattuso? E' chiaro che in questa situazione Rino sia l'ultimo dei colpevoli. Era chiaro a tutti che non aveva il pedigree né le competenze per risollevare le sorti di una squadra che questa estate ha cambiato tutto e che, a giudicare dalle partite, ha sopravvalutato il suo mercato estivo. Eppure, già dopo una partita la sua figura ne esce sminuita.
Se di traghettatore doveva trattarsi, era meglio un traghettatore con più esperienza e soprattutto 'neutrale'. Non bruciare un giovane allenatore, che ha fatto la storia recente del Milan e che ha l'ambizione di guidare questa squadra. Chiamarlo in una situazione difficile per tutti bruciando i tempi vuol dire precludergli questa possibilità in futuro. Perché?