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Il decimo uomo (in sette anni)

Il decimo uomo (in sette anni)TUTTO mercato WEB
giovedì 8 giugno 2017, 07:002017
di Lapo De Carlo

Per quanto anomalo è increscioso sia il dato: Luciano Spalletti è il decimo tecnico della storia decente nerazzurra dopo José Mourinho.
Una concatenazione di eventi difficili da analizzare ma facili da riassumere, hanno portato l'Inter a esonerare ogni tecnico in questi anni, adducendo motivazioni che si rifacevano più ad una temporanea inadeguatezza del professionista, in un contesto societario che si rifiutava permanentemente di cambiare. Il tecnico toscano arriva in un nuovo modello di dirigenza, forse più moderno è flessibile forse anche più adeguato e ambizioso di quanto i suoi predecessori abbiano avuto la fortuna di incontrare.
Prima di lui però è interessante fare una valutazione che non serva tanto per fare del revisionismo storico, quanto piuttosto per valutare meglio l'operato del nuovo uomo di riferimento nerazzurro.
Andando in ordine temporale non si può che partire da Rafa Benitez, incapace di porsi nel modo adeguato in un Inter che chiedeva solo di continuare nel solco del recente passato per cambiare gradatamente. L'allenatore spagnolo non piaceva a Moratti, forse anche per un physique du role non all'altezza di Mancini è Mou ma soprattutto per una vis polemica mantenuta durante tutto il suo mandato. L'idea di cambiare metodo di allenamento, abitudini e altri dettagli non trascurabili hanno innervosito l'ambiente, ottenendo un numero di infortuni record. Ha vinto il Mondiale per club ma non ha lasciato un buon ricordo, finendo con l'essere poi esonerato con una modalità molto simile a quella di Lippi all'epoca della sua breve permanenza all'Inter. Voto 4
Leonardo è stato un tecnico affascinante, persino seducente per il suo entusiasmo e il suo ottimismo ma sul più bello non ha saputo gestire le energie della squadra e se n'è andato inaspettatamente lasciando l'Inter in balia di sé stessa, nonostante la società avesse deciso di puntare su di lui anche la stagione successiva. Un brutto modo di andarsene. Voto 5. L'anno successivo l'errore capitale di puntare su Gasperini, non tanto per le qualità del tecnico indubitabilmente buone ma per la totale distonia dal gruppo dei giocatori e persino il presidente, colpevolmente convinto a puntare su qualcuno in cui non credeva. Voto 3.
L'arrivo di Ranieri ha avuto l'effetto di un antidolorifico, al punto da portare l'Inter ottenere un filotto positivo, salvo poi crollare su se stessa senza trovare rimedi. Ranieri predicava pazienza, moderazione e sembrava farsi travolgere dagli eventi con l'aria fatalista dell' irrimediabile. Si è comportato da professionista ma senza passione e con questa stessa mancanza di enfasi ha tolto il disturbo lasciando il posto a Stramaccioni. Voto 5.
Proprio Strama è stato l'allenatore più intrigante e insieme squalificato dal pubblico nerazzurro. Colpevole di avere illuso tutti per avere quell'aria da enfant prodige e per aver portato l'Inter a un rendimento tanto elevato da finire al secondo posto, battendo la Juventus per la prima volta nel suo nuovo stadio. Poche settimane dopo un numero di infortuni senza precedenti capace di decimare l'intera rosa e lasciare Stramaccioni senza armi, costretto a schierare giocatori della Primavera e finendo impallinato nei secondi tempi quando cioè la squadra non ne aveva più perché senza ricambi. Stramaccioni concluse la stagione ma venne trattato alla stregua di un reprobo come se la responsabilità di quel crollo fisico fossero interamente sue. Voto 6.
L'anno successivo arriva Walter Mazzarri, un modello di solidità che valse all'Inter un quinto posto tutto sommato accettabile.

Mazzarri però ha avuto la colpa di inaridire l'ambiente, rendendo l'Inter una squadra dalle mediocri ambizioni, togliendo il sogno ai tifosi, imbastendo giustificazioni sulla qualità del suo operato e sul momento storico dell'Inter. L'illusione dei 7 gol rifilati al Sassuolo e poi un coperchio di modestia durato fino all'ultimo giorno della sua permanenza. Voto 4.
Al posto di Mazzarri quel Mancini che agli occhi di tutti gli interisti o quasi, aveva il compito di riportare l'entusiasmo e la speranza di rivedere l'Inter tra le grandi. Il girone di ritorno, con tanto di campagna acquisti che ne assecondava le richieste, gli fa perdere credito perché incapace di risollevare come si sperava le sorti della squadra. L'anno seguente però l'Inter torna dopo anni al primo posto in classifica e, pur giocando un calcio poco brillante, mostra grande solidità. Poi però nel girone di ritorno il tecnico cerca di cambiare il gioco in meglio e contemporaneamente perde consistenza, punti e sempre più appeal. Finisce quarto, ovvero il miglior risultato dell'Inter dopo il triplete ma anche lui viene giubilato come allenatore sopravvalutato, nonostante la bontà di un lavoro che avrebbe dovuto essere proseguito. Voto 6,5.
De Boer ha meno colpe di quante gli siano state imputate ma la sua breve permanenza in nerazzurro è stata a tratti farsesca, con quelle conferenze stampa in esperanto e alcune idee tattiche mal modulate rispetto al nostro campionato. Se l'olandese fosse arrivato con 3-4 mesi di anticipo, avesse imparato la nostra lingua, e il nostro campionato non solo avrebbe fatto meglio. Troppo rigido nelle sue idee ma a lui va il merito della più bella importante vittoria dell'anno contro la Juventus in casa. Non è certo colpa sua se lo hanno chiamato all'ultimo momento. Voto 5,5
Vecchi non ha avuto troppa voce in capitolo ma durante le due brevi permanenze nelle fasi intermedie che precedevano l'arrivo del nuovo allenatore ha mostrato di avere la stoffa per avere un'occasione in un club nel prossimo futuro. Voto 6,5.
Infine Stefano Pioli che fa rima con Ranieri per atteggiamento, compostezza e garbo. Per mesi si è preso complimenti, elogi, incoraggiamenti. Mesi di vittorie e continuità poi improvvisamente da marzo lui è l'Inter sono implosi, la squadra ha preso a perdere anche contro la sua ombra e Pioli è stato ridimensionato in un amen.
Quanto vale realmente forse lo capiremo anche quest'anno a Firenze ma la sua vera colpa è stata quella di non intercettare prima il disagio e l'atteggiamento irritante di una squadra che si è comportata in modo poco professionale per ben due mesi sotto il suo mandato. Voto 5,5.
Spalletti conosce il recente passato nerazzurro. E’ il decimo della lista. A lui il compito di non lasciar posto all’undicesimo.