Immobile alla prova del 9: la Lazio e la Nazionale si fidano di lui
Prima della finale di Supercoppa disputata il 13 agosto scorso, Ciro Immobile aveva segnato solo una volta alla Juventus, la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio e con cui ha esordito in Serie A e in Champions League. Era il 16 settembre 2012 e l'attaccante di Torre Annunziata indossava la maglia del Genoa. La maledizione si è interrotta nella magica notte dell'Olimpico, quando una sua doppietta aveva spianato la strada alla Lazio, prima della rimonta firmata da Dybala e della rete decisiva di Murgia all'ultimo respiro. In casa dei bianconeri, però, Immobile non è mai riuscito a timbrare il cartellino. Tante prestazioni sbiadite, soprattutto all'epoca dei derby disputati con i colori granata: l'emozione gioca brutti scherzi, soprattutto quando si ha voglia di dimostrare qualcosa e far ricredere chi non ha avuto fiducia.
Ci riproverà domani pomeriggio, e l'impressione è che stavolta possa davvero riuscirci: l'Immobile di oggi è un giocatore che ha raggiunto la piena maturazione e una grande consapevolezza dei propri mezzi. Dopo le sfortunate esperienze all'estero è ripartito dal Torino, dove aveva conquistato la classifica marcatori anni prima ed era definitivamente esploso. Sei mesi che gli sono serviti per ritrovare condizione e motivazioni e che sono stati l'anticamera perfetta per l'approdo nella capitale. Sotto la guida di Simone Inzaghi sta rendendo come forse mai prima: il tecnico piacentino ha costruito una macchina perfetta, che ruota intorno al suo perno offensivo e ne esalta le caratteristiche. Trentanove reti in 51 presenze e un'intesa straordinaria con i compagni: lo scugnizzo è cresciuto ed è diventato Ciro il Grande. Lotito e Inzaghi se lo coccolano, così come Ventura, che si affiderà a lui per portare l'Italia in Russia.