Insigne, cui prodest? Troppo poco e troppo tardi
Quattordici minuti in campo, più recupero, nessuno in cui si è distinto. Non è certo colpa di Lorenzo Insigne, ma di un cambio che è apparso ritardato e a tratti insensato. Evitando di parlare del fantasma di Eder, l'ingresso di uno dei giocatori più in forma del campionato ha dato l'idea della "mossa della disperazione", senza nessuna pretesa di essere tattica o ragionata.
Il numero 10, a differenza del compagno, ha provato subito a cercare una posizione in cui rendersi utile, finendo per giocare all'altezza della linea di centrocampo, vista l'enorme difficoltà azzurra a superare il centrocampo svedese. Un paio di buone aperture, un tiro orribile ma che andava provato e poco altro in una prestazione da "troppo poco e troppo tardi", da addebitare ancora all'indirizzo del ct.