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Inter, è sempre re Icardi: il nove più forte d'Europa

Inter, è sempre re Icardi: il nove più forte d'EuropaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 22 ottobre 2018, 08:302018
di Alessandro Rimi

E pensare che dopo cinque giornate a secco le critiche abbondavano. Icardi che non segna è sempre una sorpresa. Quando non riesce a farlo, insomma, tanto è alta l'abitudine, i tifosi si arrabbiano. Perdono la testa. Dopo cinque giornate senza il sorriso, Mauro, era già vittima della 'stagione storta’. Poi arriva il gol sulla Fiorentina, ma solo dagli undici metri. E ricomincia la danza delle polemiche che vanno ben oltre i polpastrelli. Ormai famosi. Tutt'ora richiamati da Spalletti e anche da qualcun altro. Però a Icardi le polemiche piacciono poco. Lo infastidiscono oltremodo e non te lo fa capire con altre polemiche, ma sempre e solo con i gol. Così ecco che, uno poco avvezzo ai centri da fuori, ne inventa uno da non si capisce dove e non si capisce come, a San Siro, contro il Tottenham che sentiva già la vittoria, in Champions League dopo sei anni e mezzo. E siccome al serpente, evocato in gigantografia dalla Nord, le polemiche piacciono poco, replica tutto a Eindhoven di fronte all’inarrestabile (in patria) PSV. Quindi la doppietta decisiva alla SPAL in un campo che l'anno scorso sembrava stregato, più che affascinante come effettivamente è.

Pausa? Si, nel senso della sosta per le Nazionali. Perché una volta tornato in campo, Icardi, che tocca pochi palloni e dialoga meno con il resto della squadra, sceglie di non fermarsi. Sceglie di non farlo scatenando ancora infarti (pluricit.) generali, all'ultimo secondo e nel derby di Milano da 5 milioni di euro d'incasso. L'Inter crea tante occasioni, colpisce un palo, gli viene (giustamente) annullato un gol - guarda un po’ a chi - e rischia di doversi accontentare di un pari che certo non può saziare la fame nerazzurra. Il resto è tutto secondo copione, tranne che il dettaglio relativo al crossatore: Vecino e non Perisic. La sostanza non cambia, laddove in mezzo ad aspettare il pallone del delirio c'è sempre lui. Re Icardi mette dentro di testa la rete numero 124 da quando gioca in Italia, 113 con la maglia dell'Inter, scatenando un inferno che manco Dante Alighieri avrebbe potuto esplicare con dovizia di particolari. Vince l'Inter che, avevamo detto e ridetto (semmai ce ne fosse bisogno) essere più forte dei cugini. Vince la squadra che può contare sul nove d'area, senza troppi dubbi, al momento più forte d'Europa.