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Inter, la vetta ti aspetta

Inter, la vetta ti aspettaTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
sabato 2 dicembre 2017, 07:302017
di Alessandro Rimi

Fischiano tre volte al San Paolo e ti metti a pensare. Così, non ci fai neppure caso. Pensi. Immagini fatue e confuse di cartellini gialli, infortuni che non ci volevano, rose non all’altezza. E ora chi gioca? Le alternative si faranno trovare pronte? Cambierà modulo, idee, approccio? Scombinerà tutto? No, Spalletti sa benissimo quello che fa, non c’è da preoccuparsi. In realtà è anche ad altro che pensi. Alla forza dei bianconeri - e del loro allenatore - che sbancano Napoli. Alla mano rotta di Higuain che anziché frenarlo lo rende pure più pericoloso e cattivo. Gol del Pipita e la Juve si prende il bottino pieno. Ma no, non è questo. C’è dell’altro. Pensi alla stazza degli uomini di Maran, forse. Alla striscia positiva del Chievo che dura da tre match o, magari, a quella loro prima gioia a San Siro nel 2001 che generò dramma generale, anche se da quel giorno i clivensi non torneranno più a casa dal Meazza con i tre punti in borsa. Eppure la mente corre su altre piste: non c’è dubbio. Lo snodo è la classifica: gli appassionati ci avranno messo mezzo secondo ad accorgersi che, al netto dei recuperi, potremmo presto osservare quelle prime quattro abbracciate in appena due lunghezze. Ma i tifosi nerazzurri, signori, ci hanno messo ancora meno ad andare oltre. L’Inter è già stata leader di questa Serie A, è vero. Ma, a ben guardare, non più di qualche ora. Ecco, finalmente ci siamo: se i soldati di Luciano da Certaldo dovessero battere i veneti, non solo balzerebbero nuovamente sulla croda più alta, ma per giunta si godrebbero cotanto belvedere per almeno sei giorni. E sei giorni sanno essere molto lunghi, hanno l’intrinseca e psicologica abilità di scombussolare le menti, tracciare scenari illegali fino a qualche mese (o settimana?) addietro, corroborare fino allo stremo le consapevolezze di chi pensava d’essere solo bravo. E invece è molto di più.

Da qui la fortissima sensazione che, domenica ore 15, a 60mila presenze ci si arriverà lisci lisci. Vuoi mettere giocare nel salotto dei pluricampioni da primi (tu) contro terzi (loro)? Il parallelo assume connotati troppo saporiti per non lasciar andare un sorriso. C’è chi giurerebbe (io, ma non solo io) che ad Appiano, nonostante tutto, neppure il cuoco lascerebbe trapelare accenni di giubilo. Giovedì Lucio ha sorprendentemente issato le barriere di modo che pure gli occhi più teneri si rassegnassero a guardare altrove. Le tante assenze rischiano di minare la solidità dell’undici di partenza tanto cara all’ex tecnico giallorosso. Però l’allenatore toscano conosce a memoria i numeri della sua armata, imbattuta ormai da sedici turni in A. Quest’anno undici vittorie e tre pari: è successo solo nel 2006/07 con Mancini e nel 1988/89 con Trapattoni (“squadra dei record”) e Serena capocannoniere (22) davanti a Careca e Van Basten. Accostamenti notevoli. Sa, Lucio, che il rendimento nerazzurro in queste prime 14 giornate di campionato è il settimo migliore della storia della nostra massima serie. Che 12 dei 28 gol della sua Inter sono arrivati nell'ultimo quarto d'ora (6 in casa e 6 in trasferta) e che questa qui si chiama mentalità. Quella che, negli anni scorsi, non si riusciva a vedere neppure con l’astrolabio. Nondimeno i prescelti dalla panchina non possono e non devono sbagliare. Ormai è chiaro: Spalletti ama e protegge tutti, ma se lo tradisci ti cancella. Ieri, intanto, Vecino ha lavorato in gruppo e probabilmente andrà in panchina. Al posto degli squalificati Miranda e Gagliardini giocheranno Ranocchia e Brozovic, mentre uno tra Eder e J. Mario - ultima gara da titolare il 19 settembre a Bologna - rimpiazzerà l’uruguaiano, preservato per la sfida di Torino. Per il resto attenzione tanta: gli avversari di Icardi e compagni saranno anche reduci da uno schiaffone pesante in Coppa, ma lontani da casa hanno perso solo contro Juventus e Sampdoria (imbattuta al Ferraris).

Nel frattempo eccola una delle notizie tanto agognate: l’Inter ha raggiunto l’intesa con Handanovic - verso le 500 presenze in carriera, 220 con la maglia nerazzurra - per il rinnovo fino al 2021. L’agente del portierone sloveno, Fali Ramadani, dovrebbe aver ottenuto un aumento a circa 3 milioni di euro a stagione più qualcosina per i diritti d’immagine. “Sono un privilegiato ad essere il portiere dell'Inter. È un onore entrare a far parte della storia dei portieri del club e, con questo rinnovo, posso essere ricordato proprio come loro”, ha detto Handa oltremodo soddisfatto della firma. Certezze maggiori per affrontare con il gruppo un dicembre che di sicuro prenderà le sembianze di una zavorra corrosa. Se contiamo il possibile derby di coppa e la prima giornata di ritorno in gennaio a Firenze, arriviamo a otto match belli tosti prima della sosta. Un mini antipasto di ciò che potrebbe essere in futuro. Anzi, di ciò che dovrà essere senza alcuna condizione. L’obiettivo è stato snocciolato in tutte le lingue del mondo. Nel mentre, quanto sarebbe appagante starsene seduti in poltronissima a godersi un tramonto moltiplicato per sei?