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Inter, non c'è due senza tre

Inter, non c'è due senza treTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
sabato 20 gennaio 2018, 07:302018
di Alessandro Rimi

Eppur si muove. I paletti dell’Uefa, il governo cinese e il settlement agreement impongono un mercato autofinanziato, vero. Ciò nonostante, almeno fino ad ora - almeno tra le big - l’Inter si candida ad indossare la corona di regina della Serie A per questa finestra invernale. Sabatini e Ausilio avranno anche le mani legate da Suning, la quale immagina di vedere presto la sua perla nel pieno dell’indipendenza, ma intanto piazzano due colpi mica male a undici giorni dal gong. Ed ecco che dopo Lisandro Lopez, centrale che a Spalletti mancava da mesi, «i direttori» portano a Milano Rafinha Alcântara in arrivo dal Barcellona degli dei. Sia chiaro, non stiamo parlando di fenomeni. Mancano mezzi e consensi per pensare di puntare ai top player, senza dimenticare che a gennaio difficilmente puoi comprare Messi. Provocazione, forse doverosa per sedare qualche animo amaro di chi sperava in Pastore e Di Maria. Per il momento, stando agli obiettivi di stagione, c’è da essere più che soddisfatti. E non è certo finita qui. Si dica appunto che non c’è due senza tre. Magari anche quattro. Non serve dare di matto per rendersi conto di quanto stiano correndo gli uomini mercato interisti. La Champions non può sfumare ancora. Non più.

Difficile comunque immaginare altre entrate, soprattutto in mezzo, guardando alla rosa in mano a Spalletti. Se già prima c’era chi storceva il naso per lo scarso utilizzo, con l’arrivo di altre facce nuove rischia di crearsi un clima per nulla leggero all’interno dello spogliatoio nerazzurro. Joao Mario, per mezzo del suo rappresentante, ha chiaramente fatto capire che non intende ancora scaldare le poltroncine. E chi se ne importa se quando lo buttano dentro (corre?) a velocità letargiche che solo a guardarlo viene il mal di pancia... Sì, il portoghese potrebbe anche partire e con lui pure Brozovic. Il numero dieci nerazzurro, già spietato nel chiudere la porta in faccia in Premier a Everton e Watford, se proprio deve traslocare desidera farlo in un club di assoluto livello. In questo contesto il West Ham resta un’ipotesi complessa, ma improvvisamente potrebbe tornare ad assumere contorni interessanti. Dipende tutto dall’ex Sporting Lisbona. Nell’anno del mondiale nessuno si accontenta, figuriamoci chi ha appena trionfato in Europa da protagonista. Poi c’è Epic Brozo, o quel che resta di lui. Tra le non prime scelte, insieme a Joao, risulta essere una pedina parecchio luminosa in ottica cessioni. Al Siviglia potrebbe interessare, ma lo scambio con il classe ‘93 ex Sampdoria Joaquín Correa (passaporto italiano) non stuzzica più di tanto gli andalusi. I due talenti a intermittenza di Luciano da Certaldo hanno comunque tanto mercato. Da qui al 31 gennaio una soluzione che accontenta tutti può saltare fuori sicuramente. Patientia animi occultas divitias habet.

Nel frattempo non sembra una cattiva idea staccare la spina dai trasferimenti, giusto un paio di giorni, e pensare a ciò che conta davvero. Anche qui vale il detto “non c’è due senza tre”. Perché Inter e Roma hanno chiuso gli ultimi 180 minuti, una di fronte all’altra, con lo stesso risultato. Quell’1-3 che una volta ha visto sorridere i giallorossi a San Siro (lo scorso febbraio) e, al successivo incrocio, ha invece portato in cielo la Beneamata all’Olimpico (ad agosto). Destino beffardo. Ora si torna al Meazza per quella che potrebbe essere la partita dell’anno. Già, di un’intera stagione. L’obiettivo dell’Inter non è mai cambiato e mai deve cambiare. Spalletti dei proverbi si fida poco e, per questo, dal passato cerca sempre di stare alla larga. Specie se è un passato che conosce anche troppo bene. Nondimeno, quando ci si pensa, pare sia passata un’eternità dalla sua presenza nella capitale. Domenica invero esisterà solo il desiderio di ribaltare un andamento, quello recente, che non ha convinto proprio nessuno. Icardi, in questo senso, sa come si fa. Negli ultimi due confronti ha sempre fatto centro. È l’unico ad aver segnato in mezzo al black out nerazzurro. A Lucio non dispiacerebbe che continuasse a farlo. E neppure a quei 60mila che riempiranno la Scala. Sempre lì, pronti a ripartire.