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Inter, sono tutti cedibili ma nessuno vuole partire

Inter, sono tutti cedibili ma nessuno vuole partireTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 4 giugno 2018, 08:302018
di Alessandro Rimi

E certo che nessuno vuole partire. O meglio, quasi nessuno. L’attaccamento alla maglia, dopo una stagione sulle montagne russe, ha raggiunto livelli grandi così. Da parte di ogni singolo elemento in rosa. Lo capisci quando pure i Santon e i Ranocchia, a tratti denigrati e addirittura minacciati di cose orribili, sarebbero pronti a tornare sul campo di battaglia. In prima linea, con addosso i colori nerazzurri. Fatto salvo l’inevitabile out di Cancelo e Rafinha che, per ragioni strettamente legate a quel diavolo di un Fair Play Finanziario, torneranno nei rispettivi club di proprietà, il resto dei giocatori di Spalletti non ci pensa neppure a togliere il disturbo. C’è una Champions da giocare. Sudata, sognata, finalmente scoperta. L’alchimia generata pure dall’ineluttabile sofferenza, ora, è troppo forte. L’ultima volta, Spalletti in sede si è presentato innanzitutto per ribadire questo: fare l’impossibile per trattenere i suoi ragazzi. Per salvarli anche da offerte indecenti. Perché sono stati importanti prima e lo saranno ancora di più dopo. E dopo è tra appena un mese quando, l’8 o al massimo il 9 luglio, a mente fresca e ristorata, scatterà ad Appiano il nuovo corso.

Ora: siccome le plusvalenze non sono solo oggetto di chiacchiere da bar, ma una conditio sine qua non se si vogliono allontanare altri lunghi cicli di austerity, qualcuno in effetti dovrà pur salutare La Pinetina. Che sia Eder, forse? Oppure Karamoh? Con buona probabilità, il primo a farlo sarà Dalbert. La sua avrebbe dovuto essere la stagione della consacrazione, invece è stato l’anno del niente. Poche presenze, poche prestazioni decenti, pochi convinti. In Francia (Monaco) e in Germania (Borussia Mönchengladbach) lo aspettano a braccia aperte, ma l’offerta del prestito con diritto di riscatto non ha trovato totale consenso in Corso Vittorio Emanuele. Ausilio cerca soldi cash, ormai è stato detto in tutte le lingue. Nondimeno risparmiare l’ingaggio del brasiliano male non farebbe. Grattacapi marginali, in fondo. Al momento la priorità del ds interista è capire come poter sanare il bilancio senza perdere le luci più belle e affascinanti. Skriniar, (il nuovo) Brozovic, Perisic e Icardi. Il capitano, pare di capire, è infastidito da questo continuo temporeggiare sul rinnovo. Lui quello che doveva fare, lo ha fatto. Quello che doveva dire, lo ha detto. Giusto che il capocannoniere della A pretenda un contratto più idoneo. Giusto, pure, che a fare il primo passo sia la società. La clausola è lì che aspetta d’essere liberata. A quel punto indietro non si torna. Se il migliore diventa cedibile, a meno che un prossimo decisivo incontro tra le parti non lo renda più tale, allora tutti lo sono. Specie quando le casse reclamano fondi con una certa fretta. Nessuno, tra chi ha regalato nuovamente gioia dopo anni di malinconia, ha in programma nuove destinazioni. Stranezze del calcio. Anzi, di mercato. Meglio farci l’abitudine per qualche settimana. Siamo solo all’inizio.