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Juric e Ventura, quando subentrare è un errore madornale

Juric e Ventura, quando subentrare è un errore madornaleTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 5 novembre 2018, 16:302018
di Andrea Losapio

I due destini di Chievo Verona e Genoa sono decisamente vicini, nonostante una differenza enorme in classifica. Sia i gialloblù che il Grifone ha cambiato il proprio allenatore nell'ultima pausa del campionato, per motivazioni decisamente diverse. Risultati che non arrivavano per D'Anna, un antipatia quasi naturale per Ballardini da parte di Preziosi, sfociata poi nell'esonero e nella contestazione durante Italia-Ucraina, con cori decisamente poco edificanti per il numero uno genoano.

Da una parte Ivan Juric aveva la necessità di tornare in sella, oltre a un contratto fino a fine giugno con il Genoa. L'alternativa era quella di aspettare una panchina, probabilmente di B, considerando la non ottima stagione scorsa. Inoltre un allenatore non può rinunciare a un eventuale ritorno, pena la rescissione consensuale del contratto in essere. Eppure è sembrato l'agnello sacrificale: pareggio con la Juventus, bene, molto meno quello con l'Udinese. Poi sconfitte contro Milan e Inter, lasciando fuori Piatek che oramai è a digiuno da 4 partite, esattamente quelle della reggenza Juric.

Dall'altra Giampiero Ventura era alla ricerca di una sfida che non facesse porre la pietra tombale con l'esperienza della Nazionale. La Svezia cromaticamente è molto vicina al Chievo e il gialloblù probabilmente non porta bene. Cinque gol presi alla prima partita - potevano anche essere di più - sconfitta per due a uno con il Cagliari, autogol di Giaccherini quasi tragicomico ieri: il problema è che per novanta minuti il Chievo non ha tirato in porta, avendo due opportunità sul finire con Stepinski.

Insomma, subentrare vuol dire tornare a lavorare, ma, alle volte, può essere un'arma a doppio taglio. Anche perché le ombre si stanno già allungando su entrambi i tecnici.