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Juve, Bonucci: "Il City non mi ha chiamato. Mio figlio ha unito i tifosi italiani"

Juve, Bonucci: "Il City non mi ha chiamato. Mio figlio ha unito i tifosi italiani"
domenica 6 novembre 2016, 23:552016
di Rosa Doro

Ospite della Domenica Sportiva, Leonardo Bonucci ha parlato del momento della Juventus:

Gioca male la Juve?
"Io sinceramente le vincerei tutte 1-0 da qui alla fine, arriverà il bel gioco, miglioreremo il carattere, c'è tempo per crescere ma fin quando si vince vuol dire che la squadra c'è e il futuro è roseo. Il nostro lavoro è portare la Juve a vincere, dobbiamo riuscirci in un modo o un altro ma il nostro obiettivo è vincere".

Si sente la mancanza di Dybala?
"Sicuramente l'assenza di Paulo è importante per l'economia del gioco e per il talento del giocatore. Speriamo di riaverlo il prima possibile. E' importante nel gruppo e sul campo, come tanti nella Juve può decidere da solo la partita, con lui tra le linee avremmo più fluidità, con Gonzalo e Mandzukic facciamo più fatica ad uscire ma hanno dimostrato di essere due campioni e due grandi persone mettendosi a disposizione con umiltà e sacrificio".

Dove cercheresti rinforzi?
"Spero di poter fare l'allenatore tra tanti anni. Sinceramente il reparto dove stiamo facendo no fatica, ma siamo corti è il centrocampo. Tanti giocatori non sono al massimo, Asamoah è stato fermo, Sturaro anche, Lemina non è al 100% e Marchisio è rientrato da un infortunio grave. E' l'unico reparto per rinforzare la struttura del gruppo non dell'undici, per aiutarci in Europa. Davanti siamo forti, dietro lo stesso. Forse per gli infortuni qualcosa stiamo pagando".

Manca dinamicità a centrocampo a differenze di altri anni?
"E' questione di caratteristiche e questi infortuni di lungo corso ti portano a giocare con gli stessi giocatori che a lungo andare hanno il serbatoio svuotato, dobbiamo migliorare tutti ma oggi siamo questi. La Juve è stata costruita per vincere e tentare di vincere in Europa e c'è da fare meglio sul piano fisico e tecnico".

Recupero lampo dopo l'infortunio col Lione. Sei superman?
"Non sono superman, mi sono fermato in tempo mercoledì. Ora sto bene, non è successo nulla di grave, non ero al 100% ma al momento del bisogno non potevo tirarmi indietro. Siamo stati sfortunati a perdere un giocatore importantissimo e un leader, speriamo che non ci sia interesse dei legamenti perché vorrebbe dire perderlo per tanti mesi. Sto recuperando sia dall'infortunio che da un periodo che non mi sono allenato con continuità per i motivi che sapete ma sto rientrando".

Il Chievo non si è scansato?
"Non c'è stato alcun discorso. Con Gigi ci ritroviamo in ritiro a vedere squadre che giocano contro di noi e diciamo sempre che contro di noi giocano sempre al mille per mille e contro gli altri un po' meno. Non ha mai detto quelle parole, oggi lo abbiamo visto contro il Chievo".

Quale maglia ti senti più cucito addosso: nazionale o Juventus?
"Ne parlavo in queste giorni con mia moglie. La maglia della Juve me la sento cucita addosso perché la respiro ogni giorno ma vestire la maglia della nazionale è un orgoglio, è un'emozione sempre nuova. Anche a mezzo servizio sono stato presente, non c'è cosa più bella ed essere un punto di riferimento per i giovani è importante, vogliamo fargli capire che io ci sono. Anche un piccolo problema, su di me possono contare. Mi piace essere questo e dare il 100% quando indosso questa maglia".

Hai chiamato il Manchester City?
"Non ho chiamato nessuno. Non hanno chiamato me personalmente".

Colpo di testa a Rizzoli?
"Non c'è stato. Ho esagerato nelle proteste ma l'ho fatto per proteggere un eventuale secondo cartellino ad Alex Sandro, ho massimo rispetto di tutte le persone, al di là degli arbitri, i miei genitori mi hanno insegnato di portare rispetto a tutti. Ho ecceduto nelle proteste e sono stato ammonito. Ma doveva finire lì, invece un fermo immagine ha ingannato tanti ma non c'è mai stato un tocco con Rizzoli e mai nella mia testa c'è stato la possibilità di farlo".

Come ha vissuto il problema di tuo figlio? Hai ricevuto l'affetto di tutti
"Sicuramente è stato un momento difficile, ringrazio i tanti tifosi juventini e non per avermi dimostrato affetto e vicinanza. E' stato un banco di prova importante per la mia famiglia. Matteo si è dimostrato un combattente, noi gli siamo andati dietro, ora siamo più sereni perché lo vediamo giocare e sorridere. Ora la situazione è migliorata, sta alla grande e ringrazio le persone che ci sono state vicine. Matteo è riuscito ad unire i tifosi di tutta l'Italia senza pensare ai colori che il papà porta addosso ed è la vittoria più bella per me come giocatore, per lui e per noi come famiglia. Sta alla grande, questa esperienza ci ha fortificato e invito le famiglie che passano situazioni come queste a crederci sempre perché l'unione fa la forza e l'amore è una forza infinita".

Ti giudicano antipatico?
"Certe cose ti cambiano, ti fanno crescere. Quando scendo in campo lotto per la maglia che porto per la Juve che è sempre stato il mio sogno, la squadra che ho sempre tifato. Gli episodi della vita ti fanno maturare e dare il giusto peso alle cose ma quando sono sul campo a fare il mio lavoro va bene che sono antipatico, ma fuori chi mi conosce, i tifosi della Juve, sanno che persona sono".

E' il momento in cui ti senti più maturo?
"In questo momento credo di essere arrivato ad una svolta della carriera. Uno o due anni possono capitare di farli da grande, sta a me continuare a farlo. Ci metterò tutto me stesso per migliorare le mie qualità ed essere importante per la Juve e per la nazionale".

La Roma gioca meglio della Juve?
Mi limito a fare i complimenti a Spalletti che sta dando grande carattere alla squadra. Ci vedremo tra un mesetto. Sarà una bella partita sicuramente. Noi abbiamo una mentalità importante che ci porta a fare risultati importanti anche in partite difficili".

Come reagite alle critiche dei media?
"Sono sempre stato abituato a rispondere alle critiche sul campo. A prenderle a farle mie, a leggere quelle costruttive riportandole sul campo avendo la fame di migliorarli. E' quello che facciamo nello spogliatoio, facciamo gruppo e ci uniamo nei momenti delicati. Ci stiamo riuscendo ma c'è sempre da migliorare. Ho sempre imparato a trarne beneficio dalle critiche e in passato ne ho ricevuto".

Chi devi ringraziare per essere diventato il più forte difensore italiano?
"C'era un allenatore che è stato importante per la mia carriera. Sono diventato un grande difensore centrale grazie a Perrone, ex Ascoli e Lazio".

Preparazione studiata per andare forte da gennaio
"Al di là della preparazione, quello che è venuto meno è allenarci con costanza perché giochiamo tanto. A gennaio e febbraio gli impegni diminuiscono e averemo modo di lavorare, soprattutto nella pausa del natale. Lì dovremo ricaricare le batterie per arrivare a marzo a giocarci tutto quanto. Sono sicuro che lavorando ci riusciremo".

Con la Germania ci sarai?
"Vorrei rigiocare l'altra ma non si può, ora pensiamo al Liechtenstein che è un match importante per qualificarci, poi c'è sempre gusto ad affrontare la Germania. Concentriamoci perché in campo europeo è sempre difficile e non c'è nulla di scontato".