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Juve, con il Tottenham dice bene ma non benissimo

Juve, con il Tottenham dice bene ma non benissimoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 12 dicembre 2017, 06:302017
di Marco Spadavecchia
Dall'inviato a Torino

Era facile che uscisse un'inglese, e un'inglese è arrivata. L'urna di Nyon alla Juve ha detto Tottenham. "Bene ma non benissimo", citando il bianconero disco di platino Shade, e la sua frase-tormentone che probabilmente sintetizza al meglio l'animo dei tifosi della Signora: un buon sorteggio che poteva andare meglio. O peggio. Anche perché, dagli accoppiamenti Chelsea-Barça e Real-Psg usciranno certamente dai giochi due big. L'anno scorso ad Allegri capitò il Porto, sulla carta avversario meno temibile rispetto agli inglesi; quello prima il Bayern Monaco, e l'accoppiamento fu rocambolescamente fatale. La stagione precedente, invece, la Juve pescò il Borussia Dortmund: anche in quell'occasione l'urna poteva essere più magnanima ma pure più crudele, e la Juventus ebbe la possibilità di vendicare la finale del '97 portando il cammino fino a Berlino.

TOTTENHAM E PRECEDENTI — La squadra di Pochettino ha un'ossatura tosta e matura, che negli ultimi due anni ha cambiato poco o niente, e che può contare su uno dei bomber più prolifici della Premier League, Harry Kane (12 gol in 15 partite, secondo tra i cannonieri della competizione). Letale sotto porta anche in Champions, con 6 reti e 2 assist in 5 presenze (solo Cristiano Ronaldo ha segnato di più). La sfida tra Spurs e Juve sarà una prima assoluta in Europa, al netto della recente amichevole vinta dal Tottenham per 2-0, con gol di Kane ed Eriksen. Il ruolino della Juventus contro squadre inglesi fa paura, viste le cinque eliminazioni negli altrettanti ultimi doppi confronti. I bianconeri, infatti, non eliminano un club di Premier in un doppio scontro da più di trent'anni.

UOMINI E MODULI — Esattamente come Allegri in questa stagione, il tecnico del Tottenham alterna difesa a tre e a quattro. Il colombiano Sanchez e il belga Vertonghen sono i due pilastri della retroguardia; Dier, Winks (o Moussa Dembelé) sono invece i pezzi forti del centrocampo. Fernando Llorente, poi, è la riserva di lusso da temere, ancora una volta scrutando i precedenti. Nel dicembre di due anni fa, infatti, fu proprio l'attaccante di Pamplona, regalato al Siviglia qualche mese prima, a siglare la rete che costò ad Allegri il primo posto nel girone e l'imbattibilità in quella Champions, che poi materializzò il Bayern agli ottavi. Un motivo in più per non sottovalutare il Tottenham e un ottavo di finale, sulla carta, tutto sommato buono. Ma non buonissimo.