Juve, Paratici regista da Oscar: lo scenario e l'elettricità

E’ il nuovo Re? Probabile, possibile, qualcuno azzarderebbe che sia certo. Ma di indubitabile c’è solo il profilo decisamente alto, di un professionista che dopo anni di fantastico lavoro oscuro si è preso in maniera prepotente la ribalta. L’esplosione della personalità di Fabio Paratici racconta molto del suo talento dirigenziale e dei motivi alla base della sua affermazione: pochi proclami ed un tono quasi sommesso nello svelare retroscena chiari e limpidi che illuminano la scena anche a posteriori, e spiegano in maniera tangibile i segreti dei successi di una Juventus in grado di mantenere sempre oltre il livello di guardia la propria caratterizzante elettricità nel perseguire gli obiettivi. Paradigmatico il ragionamento secondo il quale oltre a Cristiano Ronaldo, solo la lucida follia legata a Mauro Icardi avrebbe potuto infiammare gli animi di un gruppo costantemente affamato di sangue e di vittorie. L’impressione tangibile che se ne trae è che più che un sovrano, Paratici del mercato sia diventato un regista.

Candidato all’Oscar per le trame intricate che è in grado di disegnare sottotraccia, e di sviluppare alla luce del sole nell’incredulità generale, lasciando di stucco avversari ed addetti ai lavori. E’ andata così in estate, e la sensazione è che il copione sia destinato a prevedere altrettanta suspense in vista della prossima. Con obiettivi dichiarati come De Ligt nell’ottica di rinfrescare qualità e impermeabilità del reparto arretrato, e con l’ambizione di soffiare alla concorrenza il meglio che ci sia per quanto riguarda le prospettive create dal nostro movimento calcistico, che si tratti di Zaniolo, Chiesa o Tonali... Senza escludere la possibilità del colpo di scena, magari consacrato dalla conquista di quell’Oscar a livello continentale che la Juventus insegue da oltre un ventennio e che solo attraverso un copione disegnato da un fuoriclasse può essere in grado di conseguire…