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L'adios del Patroncito: un vincente nato

L'adios del Patroncito: un vincente natoTUTTO mercato WEB
© foto di Danilo Vigo
giovedì 11 ottobre 2018, 07:152018
di Gianluigi Longari

Se esordisci vincendo tutto con la maglia più pesante del globo, senza tradire le aspettative della 12, la curva più calda del mondo del calcio, e sei in grado di guadagnarti l’appellativo di Patroncito, non puoi che decidere tu, quando sia arrivato il momento di dire basta. Un destino segnato, quello di Nicolas Burdisso, uomo nato per essere leader senza bisogno di aprire la bocca. Uno sguardo eloquente, quello dei grandi, ereditato dal mentore ed idolo Walter Samuel, con il quale ha condiviso seppur a maglie invertite numerosi passaggi della carriera. Dal Boca Juniors all’Inter, per poi diventare trascinatore alla Roma e trovando le chiavi del cuore di una tifoseria come quella del Genoa, che non è solita elargire emozioni senza avere in cambio sudore e dedizione. La chiusura con una maglia pregna di storia e blasone come quella del Torino ha rappresentato la ciliegina sulla torta di una carriera con un palmares scintillante, suddiviso tra le vittorie raccolte tra la Bombonera, la Milano nerazzurra e la maglia dell’amata selección con cui ha trionfato nelle Olimpiadi del 2004.

Trofei in serie, che non raccontano lo spessore dell’uomo senza scomodare la battaglia contro la malattia della piccola Angelina, che affrontò nel 2004 poco dopo il trasferimento che gli avrebbe dovuto cambiare la carriera. Finì con una vittoria, anche in quel caso. Il destino segnato di un padroncito con lo sguardo da leader, che per sua stessa ammissione ha realizzato tutti i sogni della sua vita. Fino all’ultimo: decidere da solo il momento di dire Adiòs.