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La diversa gestione degli infortuni tra Conti e Ghoulam

La diversa gestione degli infortuni tra Conti e GhoulamTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 8 marzo 2018, 06:452018
di Andrea Losapio

Il 6 settembre 2017, con il Milan primo in classifica frutto di sei punti in due gare, Andrea Conti si faceva male con la Nazionale, nella sfida contro Israele. Legamento crociato saltato e stagione compromessa, pur non virtualmente finita. A novembre le prime indiscrezioni sul suo stato di salute, a due mesi dall'operazione, con la possibilità di anticipare un rientro. Cosa che non è successa, o quasi, perché a sei mesi dal suo infortunio - praticamente esatti - Conti è sì rientrato in gruppo (lo scorso 21 febbraio), ma non ha ancora giocato un minuto. E forse lo farà nel weekend, ma non è sicuro, come ha spiegato ieri Gattuso. "Parlerò con Conti e i dottori, non so se domenica giocherà con la Primavera, non dobbiamo rischiare nulla con lui.Siamo a 30, non dobbiamo aver fretta di fare 31. Ho voluto fare il fenomeno e andare la Conferation Cup dopo 4 mesi e mezzo e poi l'ho pagato per oltre un anno".

Una gestione chiara e in completo disaccordo con quanto successo a Faouzi Ghoulam, difensore del Napoli, che dopo un mese e mezzo - era fine dicembre, l'infortunio era occorso a metà novembre - già caricava, e molto, sulla leg extension. Addirittura a febbraio, dopo meno di tre mesi, era pronto a essere inserito tra i convocati della sfida contro la Lazio (addirittura si parlava della sfida prima con il Benevento), dopo aver forzato in allenamento. Poco dopo occorre la frattura trasversale della rotula che lo sta tenendo fuori anche ora: il legamento tende a vascolarizzarsi dopo tre mesi, era impensabile che potesse reggere ai ritmi, furiosi, degli allenamenti della massima serie. Dopo quattro mesi e mezzo è un miracolo, come dice Gattuso, che però paghi dopo. Alla fine Conti rientrerà con calma, anche perché ci sono i sostituti che stanno facendo bene, e perché è un asset societario troppo importante per rischiarlo.