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La Garra e gli sbadigli. Uruguay, lo stretto necessario

La Garra e gli sbadigli. Uruguay, lo stretto necessarioTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 20 giugno 2018, 19:002018
di Marco Conterio

Un colpo di pistola. Poi il silenzio. L'Uruguay vince tra gli sbadigli e conquista gli ottavi di finale della Coppa del Mondo di Russia 2018. Luis Suarez apre le danze dopo pochi minuti ma è un assolo che non ha avuto un seguito fatto di spettacolo e fuochi d'artificio. La Nazionale di Oscar Tabarez sarà sì fatta di garra, ma non certo di tocchi di fino. Eppure avrebbe anche violini, come Suarez e Cavani, ma la realtà è che sia contro l'Egitto che contro l'Arabia Saudita oggi, si sono viste gare scevre di spettacolo. "Serve pragmatismo", si dirà in sede di commento e al Mondiale è pure vero, giusto e opportuno. Però i Faraoni zoppi e senza Salah, e l'Arabia che finora si è mostrata come peggior contendente Mundial, sono poca cosa e test poco probante per una Nazionale che ha giocatori milionari, nei cartellini e nelle tasche.

Dietro la Celeste vive di compattezza, muscoli, fisico e solidità, con Gimenez e Godin. Caceres terzino è però più di contenimento che di spinta, Varela non un fromboliere e Sanchez più Rodriguez, esterni, non sono i mirabolanti fludificanti che altre Nazionali possono vantare. A Bentancur è mancata ancora una volta la regia che servirebbe a una pretendente delle alte sfere, Vecino ha confermato di essere metronomo di spada più che di fioretto. E' Nazionale solida e pragmatica, che si conferma sulla sua storica falsa riga. Poco spettacolo. Tanta sostanza. Chissà se basterà per andare decisamente avanti. Per sbadigliare, sicuramente.