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La mediocrità di un rinnovo inutile. E non più in vigore

La mediocrità di un rinnovo inutile. E non più in vigoreTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 13 novembre 2017, 23:102017
di Andrea Losapio

Il nove agosto scorso, poco più di tre mesi fa, il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio annunciava in pompa magna il rinnovo di Giampiero Ventura. "Sarà con noi fino al 2020", diceva sfoggiando il suo miglior sorriso. Ottima scelta, non c'è che dire, perché da lì in poi Ventura non ne ha azzeccata mezza, dal 4-2-4 del Bernabeu all'1-0 della Friends Arena, passando per il pareggio a reti bianche di San Siro, con cross che pioveva da ogni dove come se avessimo ancora Bobo Vieri. Anzi, come se avessimo Boninsegna, il buon Bonimba, che fa il compleanno giusto oggi. Auguri, verrebbe da dire, ma non alla nostra nazionale.

La mediocrità di un presidente si vede anche dalle piccole cose. Come non riuscire a qualificarsi contro una Svezia al limite dell'imbarazzante, molto diligente e fisica ma tutt'altro che irresistibile. L'incredulità è rinnovare per tre anni a un commissario tecnico che, ça va sans dire, non aveva mezza offerta mezza. O, perlomeno, non come Antonio Conte prima dell'Europeo. Chissà, probabilmente arriveranno dimissioni sin da oggi, con il rinnovo che si annulla già ora. Ma non basteranno a fronteggiare il disastro.