La nazionale del ct traghettatore. Finalmente con il 4-3-3
Sono passati cinque mesi dall'ultima partita della nazionale italiana, quella maledetts sfida di San Siro contro la Svezia che ha sancito l'esclusione al prossimo mondiale. Cos'è cambiato? Poco nei giocatori, a parte le sostituzioni forzate. Di più nell'idea di gioco, soprattutto nel modulo: dentro Jorginho davanti alla difesa, possibile Verratti - che è chiamato a trascinare dopo troppe prestazioni anonime - e probabilmente Pellegrini. Davanti le scelte dolorose, perché uno fra Belotti e Immobile dovrebbe rimanere fuori, chiudendo il 4-3-3 designato da Di Biagio, il modulo tanto invocato prima del ritorno con la Svezia. Chiavi anche a Insigne, il grande escluso, mentre Buffon sarà titolare nonostante l'idea di ritirarsi dopo la mancata qualificazioni.
Non ci sarà, con ogni probabilità, Federico Chiesa, fermatosi ieri per un affaticamente, comunque a disposizione per l'Inghilterra. Quante speranze ha Di Biagio di rimanere a capo di questa nazionale? In percentuale sarebbe più o meno intorno al 2%, considerando che la necessità sarebbe quella di ritornare a coinvolgere gli italiani con un grande nome. La Figc, invece, vorrebbe un premio a un allenatore delle "giovanili", dopo i tempi di Cesare Maldini, anche per ridare un lustro alla panchina dell'Under21, oramai una seconda scelta per tutti (con i tecnici mai davvero vincenti, da Gentile a Ferrara, passando per Mangia e Casiraghi.