Lazio, c’era Romagnoli all’Olimpico: sarà lo stadio del suo futuro? Ma l’autogol è a un passo…

Anni fa, in Curva Nord apparve uno striscione durante una partita contro il Milan: “Romagnoli vanto nostro”. Domenica non c’era alcun gruppo del tifo organizzato all’Olimpico e il centrale rossonero, in scadenza a giugno e vicino alla Lazio, non è stato omaggiato con cori o altri striscioni. Solo qualche applausi dai tifosi presenti, che sperano di accoglierlo in modo più caloroso alla prima in casa del prossimo anno. Ma quella che poteva - e doveva - essere una trattativa in discesa, da chiudere in poco tempo vista la volontà unilaterale delle due parti, si è complicata per questioni economiche.

La distanza tra domanda e offerta
Dieci giorni fa, alla vigilia di Lazio-Torino, a Formello gli agenti di Romagnoli hanno incontrato la società biancoceleste, anche alla presenza di Lotito. La differenza tra le parti non è incolmabile, ma non è neanche sottile: il giocatore chiede un ingaggio da 3,3 milioni, la Lazio si sarebbe fermata a 2,5 più bonus, senza arrivare neanche a 3. Da quel giorno, pochi passi in avanti sono stati fatti e Romagnoli, nonostante voglia giocare nella squadra per cui fa il tifo, si è cominciato a guardare intorno con più intensità. Spera sempre che Lotito alzi l’offerta, ma è sempre bene avere un piano B per non farsi trovare impreparati. Certo è che sarebbe un clamoroso autogol per la Lazio - che perderà Luiz Felipe a zero e cederà Acerbi - il fallimento dell’operazione Romagnoli. Sarebbe anche un segnale negativo per Sarri, che invece attende feedback totalmente diversi per continuare il progetto.