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Le grandi trattative dell’Inter - 2001, Adriano: storia di un mancino imperante

Le grandi trattative dell’Inter - 2001, Adriano: storia di un mancino imperanteTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 27 aprile 2020, 09:10Serie A
di Alessandro Rimi

Sono anni di profondi rinnovamenti, l’Inter necessita di giocatori di notevole qualità per per poter competere seriamente al titolo. Nel 2001 il presidente Moratti s’innamora di Héctor Cuper col suo Valencia vicino va alla vittoria della Champions League. Vicino abbastanza da scatenare un’asta tra alcuni top club che vogliono puntarci. I nerazzurri la spuntano, poi vanno sul mercato a prendere Toldo, Materazzi, Emre, Conceição e Guglielminpietro, seguiti da una pulizia di almeno sette-otto elementi. Uno di questi era Vampeta che l’anno precedente finisce al PSG in uno scambio di prestiti che porta a Milano Dalmat (pagato 25 miliardi di lire dai francesi solo una stagione prima). Siccome Ronaldo e Recoba sono ancora indisponibili, Prisco e Facchetti mettono sul tavolo del presidente il nome di Adriano Leite Ribeiro: attaccante della Nazionale brasiliana Under 20 che cresce nelle favela e veste i colori del Flamengo, già in lista mercato da almeno un anno.

Parlano di un fisico e un sinistro che solo a raccontare fanno spavento, in relazione all’età di appena diciannove anni. Moratti perciò, dopo una trattativa con il club carioca che la stessa Inter descriverà come “molto complessa” giacché è coinvolto pure il Paris, imbastisce uno scambio che fa contenti tutti: Vampeta torna in Brasile, Adriano prende un volo per l’Italia con l’aggiunta di un conguaglio di circa 20 miliardi di lire, soddisfacente per le casse nerazzurre. In agosto a Madrid c’è il 'Trofeo Santiago Bernabeu' contro il Real, 1-1 e match destinato al pari, punizione per l’Inter da 20 metri in posizione centrale, calcia il brasiliano che spacca in due la porta di Casillas. Volano titoloni, Vieri e Seedorf proteggono il ragazzo prodigio davanti alla stampa e ai tifosi. Finisce che forse è meglio mandarlo a farsi le ossa alla Fiorentina che l’anno dopo però retrocede. Dunque l’accordo con il Parma di Tanzi, in coppia con Mutu e agli ordini di mister Prandelli.

Operazione in comproprietà con i ducali che sborsano circa 13 milioni di euro, pensata per consentire ad Adriano di accumulare minuti, campo e gol. 26 in totale al termine dei 18 mesi in Emilia il che vuol dire che la media reti è già ampiamente da Inter. Che fatica terribilmente. A gennaio Moratti si dimette e Facchetti diventa presidente, sul mercato due colpi che si riveleranno straordinari negli anni a venire: l’investimento su Stankovic che arriva dalla Lazio, l’intuizione nel riprendere Adriano dal Parma. Anche perché in estate con la maglia della Nazionale in Copa America in Perù diventa O Imperador. Perciò 15 milioni di euro e l’Imperatore torna ad Appiano che fino a giugno fa centro 12 volte. E altre 64 fino a quando nel 2009 a soli 27 anni fa ritorno in Brasile. È però la morte del padre Almir proprio ai primordi del suo primo vero anno in nerazzurro, nell’estate del 2004, che cambierà per sempre il centravanti di Rio. I ritardi, le sbronze, le ore piccole, l’andamento sempre più lento con il passare degli anni. L’inizio di una fine che per Adriano è arrivata davvero troppo presto. Peccato, ma che sinistro.

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