Milan, barca in alto mare. Ora il rischio è quello di far partire i big
La barca Milan è in alto mare, ma non solo in campo. Le dichiarazioni di Fassone rese a “La Stampa” fanno capire come la prossima estate, al contrario di quella vissuta che è solo un lontano ricordo, potrebbe vivere di due cessioni sanguinose come quelle di Donnarumma e Suso qualora il Milan non dovesse arrivare in Champions League. Ad oggi è difficile pensare che l’obiettivo possa essere raggiunto, anche perché ci sono lacune in ogni ambito, tecnico e non. In più è sempre incombente la vicenda relativa al rifinanziamento del debito con Elliott e qui vanno fatti meramente due conti per spiegare la situazione.
Ad oggi, il Milan cinese non ha ancora attivato la macchina organizzativa in loco ed è difficile pensare che, nel breve periodo, si possano ottenere risultati di un certo livello alla voce introiti. Ma rimaniamo sui numeri reali e non ipotetici. Elliott vanta un credito da 303 milioni di euro ad un tasso d’interesse dell’11,5% il che porta il totale dovuto da AC Milan e Li Yonghong a 383 milioni. Fassone dice che il debito relativo al Milan dovrebbe essere sanato entro la primavera, ma anche la questione rifinanziamento non è da sottovalutare. Se un istituto di credito specializzato (che ad oggi ancora non c'è, viste le difficoltà con Goldman Sachs e Merrill Lynch) dovesse rilevare i 383 milioni che vanta Elliott, andrebbe ad applicare sulla medesima cifra un nuovo tasso d’interesse che, di base, sarebbe più basso ma allungato nel tempo con il debito reale che passerebbe da 383 a circa 420-430. Legalmente, il proprietario del Milan è Li Yonghong il cui patrimonio personale è stimato in 500 milioni. Possibile che una persona rischi quasi tutti i suoi soldi in un’operazione del genere? La sensazione è che, prima o poi, i reali investitori del Milan debbano venire fuori. Altrimenti Elliott ha già messo il cartellino con il prezzo di rivendita del club, stimato tra i 320 e i 350 milioni.