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Montella: "Cutrone una mia creatura. Non direi no alla Nazionale"

Montella: "Cutrone una mia creatura. Non direi no alla Nazionale"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 19 marzo 2018, 09:482018
di Pietro Lazzerini

Vincenzo Montella, allenatore del Siviglia, ha parlato a Radio Rai Uno nel corso di Radio Anch'Io lo Sport: "Cosa si prova a eliminare Mourinho? E' stata un'emozione unica visto il prestigio della partita, quasi le stesse della vittoria in Supercoppa contro la Juventus col Milan. José è un allenatore che stimo, ho letto i suoi libri e studiato i suoi metodi di allenamenti. Ha dimostrato anche di saper perdere perché è venuto a fare i complimenti alla squadra. Bayern Monaco? A questo punto qualsiasi squadra sarebbe stata dura. Il Bayern è una delle prime tre-quattro squadre più forti in assoluto. Cutrone e la Nazionale? Sono felicissimo della sua convocazione, quasi come fosse stata la mia. La sento un po' una 'creatura'. Si intravedeva questa sua fame in ogni allenamento, abbiamo lavorato tanto su di lui. Caccia ha lavorato tanto con lui per migliorarlo e lui si distingue proprio per la voglia di migliorarsi. Questa caratteristica lo porterà lontano, anche alla titolarità in Nazionale. André Silva? E' arrivato giovanissimo, adesso sta facendo vedere le sue potenzialità. Talvolta si giudica i calciatori solo dal prezzo, ma per gli attaccanti che arrivano in Italia, è tutto più complicato e l'adattamento è più lento. Analisi dell'esperienza al Milan? Veniamo pagati anche per essere capri espiatori. Ho svolto al meglio il mio lavoro, commettendo qualche errore. C'erano una decina di giocatori nuovi, provenienti da altri campionati e molti senza esperienza internazionale. Qualcuno si aspettava dei risultati immediati, ma i nostri giocatori non avevano mai vinto e quindi serviva un po' di tempo per adattarsi. Penso che avremmo dovuto aspettare, anche con i dirigenti dicevamo questo. Speravamo di partire bene per ottenere un po' di fiducia. Il doppio scontro Italia-Spagna in Champions? Non ho ancora incontrato né il Barcellona né il Real Madrid. Sono due squadre differenti, piene di talento. Ci vorrà molta fortuna, ma penso che la Juve sia più abituata per passare il turno. Spero però che entrambe possano essere delle sfide aperte. Serie A unico campionato aperto? Il Napoli sta dimostrando di poter competere, ha la rosa più corta ma sta facendo un grandissimo campionato, migliorando ancora. Il merito è del Napoli. Chi vincerà? Non lo so, la logica porta alla vittoria della Juventus, per l'abitudine a vincere e per la rosa più attrezzata. Chi vorrei incontrare in semifinale? Mi piacerebbe la Roma, magari anche in finale (ride). Per i miei trascorsi, vorrebbe dire che almeno uno dei due uscirebbe felice e l'altro meno infelice che con un altro avversario. Nostalgia del Var? un po' sì.

Quando c'è un episodio al limite uno non accetta che qualcuno possa sbagliare, ma la percentuale d'errore si è molto abbassata e dunque occorre accettare gli eventuali errori pur di mantenerla. Juve in calo? Non ho visto la sfida contro la SPAL, ma penso che il club ferrarese sia una delle sorprese del campionato. Gioca con grande equilibrio e quindi penso che ci siano anche i meriti degli avversari. Perché non ho trovato un 11 titolare al Milan? Nell'ultimo periodo cambiammo portando la squadra a 4. I moduli non sono statici come si pensa talvolta. Cosa ho portato di italiano al Siviglia? In Spagna c'è una grande cultura offensiva, dunque abbiamo lavorato un po' di più sulla difesa da reparto. Milan in Champions? Non lo so, sto seguendo pochissimo il campionato italiano. Sta facendo una grande risalita, anche perché davanti stanno rallentando sia l'Inter che la Lazio. E' in corsa per la Champions. I giovani in Spagna? Io credo che ci sia grande organizzazione, ma anche in Italia succede. Basta pensare a Cutrone al Milan. Se un giocatore è bravo, gioca. Non è il problema di quando si esordisce, se uno è bravo deve giocare. Io alla Juventus? No, c'è Allegri che sta facendo un grandissimo lavoro. La panchina della Nazionale? Sinceramente penso che allenare la Nazionale sia un sogno per tutti gli allenatori italiani. Se mi capiterà questa possibilità, a oggi non c'è, mi piacerebbe senz'altro. Penso però che al momento sia un po' distante questa ipotesi. Il sogno è allenare in Italia o proseguire all'estero? Io mi trovo benissimo al Siviglia. Ho un altro anno di contratto e c'è la voglia di continuare. Siamo contenti reciprocamente. La mia testa è solo qui in Andalusia. Donnarumma? Per come l'ho conosciuto io, Gigio è una persona molto equilibrata. Sta vivendo qualcosa di grandissimo e penso che per la sua bravura spesso non gli viene perdonato qualche piccolo errore. Penso che sfrutterà al massimo le sue potenzialità. Reina lo spingerà ad andare via? Credo che qualsiasi grande squadra abbia il dovere di portare avanti una politica con due portieri di livello. La difesa a tre migliore soluzione nel suo percorso al Milan? E' una questione di tempo e di adattamento per i calciatori nuovi che provenivano da altri campionati, non c'entra niente il modulo. Giocavamo così per semplificare l'adattamento".