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Non solo Coutinho - Quando Evra faceva panchina al Monza...

Non solo Coutinho - Quando Evra faceva panchina al Monza...TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 8 gennaio 2018, 22:302018
di Gaetano Mocciaro

Philippe Coutinho si è trasferito dal Liverpool al Barcellona per una cifra complessiva di 160 milioni di euro, bonus compresi. L'Inter in tutto questo ha guadagnato 2,4 milioni di euro, grazie alla clausola sulla futura rivendita stipulata con i reds al momento della sua cessione a titolo definitivo nel 2013. Un incasso inimmaginabile e che al tempo stesso aumenta i rimpianti per aver lasciato andar via troppo presto il giocatore (all'epoca aveva solo 20 anni). Ma il brasiliano è solo l'ultimo della lista dei rimpianti della nostra Serie A.

Dalla riapertura delle frontiere a in Italia abbiamo visto situazioni simili: il caso di Patrice Evra è singolare. Non ci sono big che rimpiangono la svista, perché la prima parentesi italiana di Evra è stata in piena provincia.

È l'estate del 1998 quando al Marsala, con la squadra che si appresta a iniziare il campionato di C1, arriva proprio Patrice Evra, all'epoca 17 anni. Lo scopre Salvo Lombardo, un procuratore che lavora con Antonio Caliendo, e che vede in questo ragazzino minuto un grande talento. Gioca esterno d'attacco nel 4-3-3, ha una tecnica sprecata per la categoria e grande velocità. Colleziona 24 presenze e segna pure 3 reti, diventa un beniamino della gente lo chiama affettuosamente "cioccolatino".

Le prime squadre gli ronzano intorno, la Lazio è molto vicina a chiudere l'affare per 2 miliardi di lire. Salta tutto sul più bello. Il Marsala si ritrova in una situazione finanziaria critica e deve assolutamente vendere Evra per far cassa. Alla fine verrà ceduto per una cifra di molto inferiore al Monza, squadra satellite del Milan in quel periodo, in Serie B. In una vecchia intervista Salvo Lombardo parla di una cessione per 900 milioni di lire. Una cifra che fa sorridere, adesso.

E fa sorridere pensare come Evra al Monza non riesca a trovare spazio, collezionando la miseria di 3 partite. Pierluigi Frosio, tecnico dell'epoca, non lo vede. La squadra in ogni caso si salva ma ritiene che non ci sia bisogno di lui. Patrice Evra lascia l'Italia a 20 anni. Da lì il ritorno in Francia, prima nel Nizza di Franco Sensi, poi la svolta al Monaco, dove con Deschamps in panchina raggiunge la finale di Champions League. Nel frattempo quello che avevamo conosciuto come attaccante esterno è diventato un ottimo terzino sinistro. Cresciuto al punto tale che prima conquista la nazionale francese, poi, nel gennaio 2006, il Manchester United. E ne diventa un pilastro, giocando oltre 300 partite con i red devils. Torna in Italia da campione affermato a 33 anni, giocando due anni e mezzo alla Juventus. Ma che peccato aver perso i suoi anni migliori.