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NYT - Tutti i dubbi su Li Yonghong: viaggio nel mondo del n°1 del Milan

NYT - Tutti i dubbi su Li Yonghong: viaggio nel mondo del n°1 del Milan
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
venerdì 17 novembre 2017, 16:112017
di Simone Bernabei

Chi è veramente Li Yonghong, attuale proprietario del Milan? Se lo chiede il prestigioso New York Times, che nell'edizione odierna propone un'inchiesta sul background dell'imprenditore cinese a capo del club rossonero. E i dubbi che emergono non sono pochi, tanto sul suo capitale quanto sulle sue attività. Per cominciare il suo nome non compare in nessuna classifica, ufficiale o ufficiosa, riguardante i paperoni di tutta la Cina. Il giacimento di fosfati di Fuquan, nella provincia di Guizhou, indicato come suo principale asset, sarebbe in realtà di proprietà di un altro gruppo (Guangdong Lion Asset Management) e gli uffici, ad una visita dei giornalisti del quotidiano newyorkese, sono risultati essere vuoti da tempo, come suggerisce il cartello all'ingresso che parla esplicitamente di 'mancato pagamento dell'affitto dei locali'. Inoltre, i giacimenti minerari che Li Yonghong ha detto di possedere, secondo alcune fonti citate dal quotidiano avrebbero cambiato ben 4 proprietari negli ultimi anni. In due casi le operazioni di cessione sarebbero andate in porto senza movimento di denaro, quindi a costo zero. Uno dei proprietari passati è Li Shangbing, fra gli altri rappresentante legale di Sino-Europe Asset Management. Oltre a lui, l'altro proprietario era Li Shangsong, che ha poi ceduto le proprie quote a Li Qianru.

I due 'nuovi' proprietari, Li Shangbing e Li Qianru, hanno quindi venduto l'intero pacchetto a Li Yalu, che dopo sole tre settimane è passato in mano a Zhang Zhiling. Contattato telefonicamente dal NYT, Li Shangbing ha detto di non conoscere Li Yonghong.
Per completezza, i colleghi statunitensi hanno cercato di intervistare il diretto interessato tramite l'ufficio stampa rossonero, trovando tuttavia una sua opposizione a questa possibilità. Col giornale però ha parlato un non meglio specificato portavoce del club che ha spiegato come Mr. Li sia stato spesso vittima di speculazioni e di come, in altre occasioni, non fosse a conoscenza di molte leggi complicate che regolano la vicenda. In seguito anche i vertici del fondo Elliott hanno rifiutato di commentare la vicenda riguardante il credito economico concesso all'investitore cinese, così come la Rothschild & Company e tutti gli altri personaggi tirati in ballo nel pezzo. Chiusura col passato personale di Li Yonghong: nel 2004 l'azienda di famiglia, la Guangdong Green River Company, insieme ad altre due aziende è stata indagata per truffa nei confronti di oltre 5000 investitori e l'inchiesta ha portato alla condanna del padre e del fratello di Mr. Li che invece è rimasto immune da procedimenti penali.