Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Premier, la top 11: Salah-De Bruyne, MVP ex aequo. Menzione per Eriksen

Premier, la top 11: Salah-De Bruyne, MVP ex aequo. Menzione per Eriksen
© foto di Imago/Image Sport
lunedì 21 maggio 2018, 07:452018
di Mattia Zangari

Ci sono ben cinque rappresentanti del Manchester City campione d'Inghilterra nella personalissima top 11 di Tuttomercatoweb.com della Premier League conclusasi appena otto giorni fa. E non poteva essere altrimenti visto il dominio assoluto esercitato dalla squadra di Pep Guardiola sul campionato più competitivo al mondo, chiuso con il record di 100 punti in 38 giornate. Un posto di rilievo, nel monologo sky blues, lo occupa il capocannoniere del torneo Mohamed Salah, MVP della stagione a pari merito con De Bruyne. Menzione speciale per Eriksen.

De Gea – Diciotto clean sheet e solo ventotto gol concessi in un intero campionato non dicono abbastanza sulla presenza indispensabile tra i pali dello spagnolo per le fortune difensive dello United. La conquista dei 'guanti d'oro' forse è meglio giustificata dalle 115 parate che ha dovuto compiere per preservare inviolata la sua porta: 14 il picco massimo di salvataggi eseguiti nell'arco di una partita, quella vinta contro l'Arsenal a Emirates Stadium. Il manifesto programmatico della sua invulnerabilità.

Vertonghen: Davinson Sanchez non è il collega di reparto più affidabile del mondo, eppure il belga tiene in piede bene la difesa che è da sempre il punto debole di Pochettino. Tiene botta con ogni avversario nel duello fisico, imposta discretamente con il mancino che si ritrova e, in più, non fa mancare qualche scorribanda oltre la linea di metà campo.

Otamendi: Il suo essere impetuoso, caratteristica pericolosa per un difensore centrale, lo penalizza quasi puntualmente anche in partite in cui riduce al minimo le sbavature. Ciononostante, per valutare correttamente l'argentino, bisogna soppesare il plus-minus dopo i 90': quest'anno, spesso, il segno è stato positivo facendo la tara degli errori. Ha il merito, il più grande tra gli altri che gli appartengono, di segnare il gol da titolo a Old Trafford che fa cadere l'imbattibilità di Mourinho in casa dopo 40 partite consecutive.

Azpilicueta – Pretoriano della prima ora di Conte, lo spagnolo è uno degli highlander sempre in campo della rivisitata difesa a tre post-titolo. Lo è per la sua solidità quasi inscalfibile dietro, ma anche per l'asse che costruisce con Morata nella metà campo avversaria: 6 gli assist per l'ex Juve e Real.

David Silva: Il Merlino di Etihad Stadium va anche oltre i problemi extra-campo che non gli permettono di essere presente da protagonista ogni week-end. Quando c'è, però, si sente, eccome: oltre alla solita direzione artistica fatta di passaggi illuminanti e le 11 assistenze, lo spagnolo mette a referto nove gol, due dei quali nel momento cruciale della stagione (il sorpasso al West Ham a 7' dalla fine e quello che apre le marcature a Old Trafford con lo United).

Fernandinho - Da mediano sui generis, è una garanzia per la tenuta difensiva in fase passiva e di creatività in sede di possesso. Caratteristiche che lo rendono il giocatore bidimensionale competente in entrambe le fasi di gioco che con Guardiola va a nozze.

Eriksen - Il danese, architetto di Wembley che ha progetti misteriosi che la maggior dei giocatori sulla Terra non possono neanche sognare, è anche poeta maledetto per la sua peculiare conclusione telecomandata che non lascia scampo ai portieri. A lui il premio per gli effetti speciali.

De Bruyne - Sabato 16 dicembre 2017: questa la data in cui potremo dire di potere essere stati testimoni della prestazione di un giocatore che gioca anni luce avanti ai suoi compagni e avversari. Lì il belga ha sciorinato tutto il suo vastissimo repertorio: il teletrasporto per farsi trovare in zona del campo agli antipodi nello spazio di pochi secondi, più la velocità supersonica palla al piede per guidare le transizioni. A corredo, ma neanche troppo, gol e assist: 8 alla prima voce, 16 alla seconda. Quanto basta per dire al mondo che il singolo non è nulla senza il tutto in questo Gioco.

Salah – Il record di 32 gol nel campionato inglese che gli è valso il sorpasso su tre giganti della Premier che fu come Suarez, Shearer e Cristiano Ronaldo è la punta dell'iceberg di una stagione difficilmente ripetibile. Il primato, che resisterà per chissà quanti anni, è nulla al confronto dell'impatto avuto in tutto il mondo dal Messi d'Egitto in questi mesi: per dirne una, forse la più eclatante, Momo ha preso un milione di voti alle elezioni presidenziali del suo Paese senza essere candidato. Eroe nazionale per acclamazione popolare.

Kane – Giù dal trono di re dei cannonieri per far accomodare sua maestà Salah, l'Uragano à il centravanti imprescindibile in un campionato in cui da anni continua ad essere il miglior peso massimo. Sia per peso specifico lontano dall'area che per quello in the box. Anche quest'anno presenta il trentello e guadagna un secondo posto d'onore tra i bomber.

Sané – Dopo le due mezzali moderne De Bruyne e Silva, il tedesco è il terzo elemento più importante nel sistema di Guardiola: difficile trovare un esterno che può giocare su entrambe le fasce e che usa indifferentemente destro e sinistro per portare palla e avversario dove dice lui. I numeri più evidenti, in più, attestano la sua centralità: 25 la combinazione di passaggi chiave (15) e gol (10) che fanno dell'ex Schalke il quinto giocatore più decisivo del torneo.