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Roma, Juan Jesus e il razzismo: "Dobbiamo lottare. Anche con gesti forti"

Roma, Juan Jesus e il razzismo: "Dobbiamo lottare. Anche con gesti forti"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
giovedì 17 ottobre 2019, 15:53Serie A
di Luca Bargellini

Sul tema del razzismo Juan Jesus, difensore brasiliano della Roma, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di SkySport: "Pensare che dobbiamo ancora lottare tanto per cambiare il mondo. Ho dei figli da crescere e voglio farlo in un posto migliore. Meno razzisti ci sono e meglio sarà per loro. La mia bambina più grande grande ha capito questa situazione e mi ha detto di lasciar perdere, perché per lei ero il padre perfetto per lei. L'insulto è maleducazione, la critica è un'altra cosa. Discriminare per il colore della pelle o per la propria religione è una cosa che non può accadere nel 2019. Dobbiamo continuare a lottare. In Italia mi sento a casa, sono otto anni che sono qua. Mi trovo benissimo e fra due anni posso diventare cittadino italiano e sono tranquillo. Ho conosciuto tante persone per bene, ma ogni tanto incontri persone che non lo sono.

In Italia situazione peggiore che altrove?
"Sono cose che accadono ovunque. Anche in Brasile, purtroppo non c'è equilibrio perché spesso avere una pelle di un colore diverso basta per essere accusato o trattato come una brutta persona. Dobbiamo lottare anche su questo".

Cosa si può fare nel mondo del pallone?
"Il calcio è una vetrina, il mondo si ferma per guardare una partita. Se possiamo fare qualcosa dobbiamo farlo, anche con gesti forti. È la storia che ce lo insegna".

Il tifoso della Roma allontanato a vita dall'Olimpico per gli insulti sui social?
"Lo perdono ma deve capire cosa sta facendo. Non è un bambino, deve prendersi la responsabilità delle sue azioni. Perché sbagliare può capitare a tutti".

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